Zoncolan, l’inferno va in paradiso - Foto

Da ieri in libreria il libro di Simeoli sulla montagna friulana già diventata un mito del ciclismo

UDINE. «Ci vediamo all’inferno». Si chiude con questa frase il video che presenta la salita allo Zoncolan, “La montagna diventata mito”, raccontata nelle pagine del libro di Antonio Simeoli. Un inferno che può diventare un paradiso proprio per la gente legata indissolubilmente a quella montagna che mai come ora ha un brand pubblicitario da sfruttare, da fare vivere e rivivere.

È questo, infatti, il Kaiser che racconta Simeoli, quello che fino al Duemila era ancora il piccolo grande regno di “Ustin”, che abita l’ultima casa del paese prima della mulattiera, tra pascoli, malghe e legno, o quello di Olivo, l’operaio numero 26, uno dei sopravvissuti di Buchenwald, che quella strada verso la cima l’ha costruita. Ecco le radici dello Zoncolan che, dopo quell’anno 2000, grazie all’intuizione di Enzo Cainero, si è trasformato nella salita più difficile, emozionante e (oggi) importante del Giro d’Italia.

A presentare questo “re”, quello con l’ultima galleria, la bocca dell’inferno, ieri nell’auditorium della Regione a Udine c’erano davvero tutti, uniti dalla presentazione del libro del collega Antonio Simeoli “Zoncolan, la montagna diventa mito” da ieri in librearia: dai giovanissimi ciclisti della Bujese, ai più vecchi appassionati di due ruote.

C’erano gli uomini della Protezione civile, con il loro dirigente Guglielmo Berlasso, e il comandante della Brigata alpina Julia, generale Ignazio Gamba. Due presenze non casuali. Sono stati, infatti, i volontari a formare il primo cordone umano sulla cima dello Zoncolan per garantire in sicurezza il passaggio dei corridori e gli uomini della Protezione e gli alpini “cuore del Friuli” si ripeteranno nuovamente anche il prossimo 31 maggio, quando la carovana rosa affronterà l’ultima tappa in salita prima dell’arrivo a Trieste. Sarà il Kaiser, infatti, a decidere chi vincerà il Giro d’Italia.

A fare gli onori di casa ieri sera, Flavio Pressacco, in rappresentanza della Forum Editrice, che ha ricordato come «il ciclismo sia ciò che è più vicino al mito». Tra gli ospiti d’onore anche il sindaco di Ovaro, Romeo Rovis, accompagnato dai colleghi del comprensorio (Comeglians, Ravascletto, Lauco e Sutrio). E a loro, in particolare, è andato l’appello di tutti, da quello del vicepresidente del Consiglio regionale, Sergio Bolzonello, a quello del ct della Nazionale italiana di ciclismo, Davide Cassani, a non abbandonare mai la strada della collaborazione per permettere alla loro montagna di crescere e di sfruttare le bellezze e le ricchezze che racchiude.

Durante la presentazione sono stati proiettati anche i video della salita di Ivan Basso nel 2010 e quello di Cassani, Guidolin e l’allora ct Ballerini nel 2007 alla scoperta della salita da Ovaro. Una salita che «ha fatto vedere la Madonna a molti», ha detto lo stesso Cassani. «C’erano più tifosi su quel bacino naturale nel 2010, che nella stessa giornata negli stadi di serie A – ha dichiarato Luca Gialanella della Gazzetta dello Sport –, qui si sta creando qualcosa di grande».

A completare il tavolo il direttore del Messaggero Veneto, Omar Monestier, che ha paragonato autore del libro Antonio Simeoli allo stesso Zoncolan («È aspro e generoso come lui») prima di garantire al Giro friulano un’attenzione particolare.

 

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