Zanni: abbiamo conquistato l'Italia
La gente ci ha scoperto, il rugby non è solo la moda del momento
UDINE. Record d'ascolti (quasi due milioni di spettatori davanti alla tv, sabato, per il match con l'Irlanda che ha chiuso il torneo delle Sei Nazioni) e gente in piazza davanti ai maxischermi, a Roma, perchè lo stadio Flaminio era esaurito da tempo: gli italiani hanno scoperto il rugby. Ma è soltanto una moda, come a suo tempo successe per Azzurra? Alessandro Zanni, il flanker udinese della Nazionale di Pierre Berbizier, assicura che non sarà così: «Le vittorie con Scozia e Galles ci hanno portato al centro dell'attenzione, ma non credo che sarà un fenomeno passeggero». “Ale”, rientrato in squadra proprio a Edimburgo, dove l'Italia ha ottenuto il primo “storico” successo in trasferta nel torneo più vecchio del mondo, è convinto che la gente abbia compreso la diversità del rugby. «Molti si sono avvicinati soltanto per curiosità, ma poi si sono accorti che in questo sport c'è qualcosa di nuovo (per loro). Non è il calcio: nello stadio dove si gioca a rugby i tifosi sono unici. Guardano la partita insieme a quelli avversari...
E poi ci vanno le famiglie: al Flaminio, sabato, c'era una giovane coppia con la loro bimba di due mesi che aveva uno striscione: “Due passioni: il latte e il rugby”. Devo dire altro?». Un colpo di fulmine e dopo? «Naturalmente, starà a noi, alla Nazionale, far sì che il feeling che si è creato duri nel tempo. E questo significa farsi amare anche con i risultati, ma non ritorneremo nell'ombra. Ne sono certo, siamo entrati nel cuore del pubblico». Che effetto fa essere diventati un personaggio: le foto sui giornali, la pubblicità, le apparizioni televisive... «É giusto farsi conoscere, ma nessuno di noi si è montato la testa perchè una volta è andato alla “Domenica sportiva”». La prossima importante tappa per l'Italia, dove dovrà confermare il quarto posto del Sei Nazioni, sarà la Coppa del mondo che comincerà a settembre e che agli azzurri proporrà in apertura un avversario da far gelare il sangue: la Nuova Zelanda. «Un battesimo di fuoco, non c'è che dire, ma non è quella la partita da vincere - dice “Ale” - per arrivare ai quarti dobbiamo battere la Scozia e lo possiamo fare. Lo abbiamo dimostrato».
Zanni, protagonista del torneo che si è concluso sabato con la vittoria in extremis della Francia, ci sarà? «Lo spero, naturalmente. Ma è prematuro per dirlo: bisognerà attendere i test di questa estate per saperlo. Sarebbe un'esperienza stupenda per un giocatore giovane come me». Diversi azzurri giocano nei campionati esteri, che sono molto più competitivi di quello italiano. Una tentazione per “Ale”, che attualmente veste la maglia del Cammmi Calvisano, dopo la vetrina del torneo delle Sei Nazioni dove non è sicuramente sfuggito agli occhi degli osservatori transalpini e inglesi. «Mi piacerebbe tantissimo, ma per il momento non ho ricevuto alcuna proposta. In ogni caso, a Calvisano sto benissimo. In futuro, se ne avrò l'occasione, mi piacerebbe provare per crescere. Inghilterra o Francia? Preferirei il campionato francese, sento più mio il loro gioco fatto anche di fantasia, mentre quello inglese è più fisico».
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