Zampa ci racconta Sarri: «È come Zaccheroni e Delneri»

UDINE. Fosse un film, il titolo di riferimento per questa storia sarebbe “La classe operaia va in paradiso”, solo che a differenza dello stakanovista Lulù, l’operaio alienato dai ritmi di produzione, interpretato dal magistrale Gian Maria Volontè nel capolavoro di Elio Petri, l’allenatore del Napoli Maurizio Sarri non è tornato al suo “solito” lavoro, ma è riuscito a cambiare la sua vita facendo della passione per il calcio il suo lavoro, gratificante e ben retribuito.
Chi ha in parte condiviso l’ascesa di Sarri, è quell’Alessandro Zampa che si è legato alla storia dell’Udinese lavorando come preparatore dei portieri ai tempi di Zaccheroni prima, e di Spalletti poi. É lui a ricordare il Sarri metodico e maniacale conosciuto ai tempi di Grosseto e Alessandria, quando era l’ex impiegato di banca a chiedergli lumi sulla serie A.
«Tutto nacque per caso nel marzo del 2010. Filippi mi chiamò dalla Juve proponendomi di andare a lavorare con Sarri a Grosseto, in serie B, e io accettai. Una volta conclusa la stagione decisi di seguirlo ad Alessandria, e fu lì che mi accorsi della sua ambizione. Al tempo ero io quello che arrivava dalla serie A, dall’esperienza con Del Neri al Porto, e Sarri mi tempestava di domande, voleva sapere i particolari di ogni aspetto tattico e non. Passavamo ore davanti al video per studiare i movimenti della difesa, era un mangia-cassette, ed era coadiuvato nell’analisi dal suo fedele Ciccio Calzona, un bravissimo allenatore in seconda che tuttora gli fa il resoconto sugli avversari».
Fin qui le origini del rapporto di lavoro, a cui Zampa fa seguire un giudizio di pieno merito, idealmente esteso a tutti gli allenatori che si sono fatti la gavetta.
«Sarri è arrivato tardi in serie A, ma è la sua storia a dirci che se lo merita, dopo essersi fatto anni tra i dilettanti. É una persona seria, un grande studioso di calcio, e prima di allenare ha ricoperto incarichi importanti in banca, lavorando anche all’estero. Conosce bene l’inglese e a tutta la sua preparazione fa riscontro una certa timidezza che a certi livelli non aiuta, specie davanti alle telecamere».
Ma c’è una caratteristica ancora più peculiare che Zampa sottolinea in Sarri. «A certi livelli le cose cambiano, e allenare i campioni non è facile, specie in un ambiente come Napoli. Per riuscirci bisogna essere duttili, riuscendo a far capire il proprio calcio proponendolo in maniera tale che tutti lo capiscano, e senza venir meno alle proprie convinzioni. Ecco, per me lui ha fatto il salto di qualità diventando duttile, sapendo trattare e porsi con i campioni e non».
A questo punto è impossibile esimersi da un accostamento tra Sarri e quegli allenatori che Zampa ha visto crescere ed affermarsi. «Lo metto più vicino a Delneri, maniacale e metodico come Gigi, ma è anche simile a Zaccheroni, attento a tutto».
Poi, ecco l’aneddoto finale col quale Zampa ricorda il vizio preferito dell’amico. «Ha sempre fumato molto e io gli nascondevo le sigarette sotto i cinesini, costringendolo ad alzarli tutti per trovarle».
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