Il peso di Davis: con lui titolare l’Udinese non perde
Non ha segnato, ma nelle ultime due giornate i bianconeri non hanno perso. Questione di tempo: tra Torino (31’ in campo), Bologna e Cagliari 10 tiri e una traversa

Con lui titolare l’Udinese è tornata a fare quattro punti tra Bologna e Cagliari, a non conoscere più sconfitta dopo averne subite cinque di seguito. Eccolo qui il “peso” di Keinan Davis, che a guardargli quelle gambe così filiformi tutto sembra fuorché il classico attaccante corazzato, ma che a vederlo in campo, invece, la corazza non solo ce l’ha, ma soprattutto sa farla indossare alla Zebretta.
Efficiente
Sono le statistiche a dirlo, quelle che con lui diventano da fredde a calde, e non solo “l'occhiometro” con cui lo si segue fiduciosi nell'attesa di una giocata, tanto logica quanto efficace, che poi arriva puntualmente.
Il 27enne inglese di Stevenage è tornato a Torino il 23 aprile dopo le solite “rogne” muscolari (soleo) che da inizio dicembre lo avevano condizionato, e nei 31 minuti giocati nella ripresa si è ripresentato sfiorando il gol con tre tiri, tutti in porta.
Da solo, in mezz’ora, ha tirato più volte di quanto avessero saputo fare tutti gli altri suoi compagni, andati al tiro solo una volta nelle due precedenti partite con Genoa e Milan. Con il Bologna poi è indelebile il ricordo della traversa colta all’inizio con la “sassata” di sinistro, prima dell'angolino vincente non trovato solo per una provvidenziale deviazione. Tutto qui? No, perché il fatturato di quella partita ha registrato altri due tiri, un passaggio chiave, due recuperi e 31 palloni giocati con nove passaggi, tra cui diverse sponde, in 83 minuti giocati, di cui gli ultimi 20 in netto debito d'ossigeno.
Atteso
Nell’ultima a Cagliari sono arrivate altre tre conclusioni, che hanno portato a 10 i tiri di Davis in neanche due partite e mezza, altri due passaggi chiave, tre recuperi, ma anche un indice di verticalità del 2,71%, corrispondente al numero di avversari superati da un suo passaggio in verticale. Tutta “polpa” a cui è mancato solo il gol, l’inglese al momento è fermo ai due segnati col Cagliari all’andata e a Empoli, ma che solo un solo un “vero 9” può portare sul peso della bilancia di una squadra e di un allenatore.
A riguardo, chiedete pure a Kosta Runjaic, che in un paio di conferenze stampa se ne uscì con comparazioni pesanti come questa: «L’Atalanta magari non sarebbe dov’è senza Retegui», oppure quest’altra: «Le assenze pesano, l’Inter senza Thuram ha perso tre partite», per rimarcare quanto in realtà pesasse l’assenza di un vero centravanti.
Gemelli diversi
Due frasi che erano riferite ovviamente anche all’assenza di Lorenzo Lucca, ma che hanno soprattutto ricordato il peso di avere un centravanti vero su cui appoggiarsi e che se proprio non segna, almeno i gol li fa fare, come è successo a Davis che a Cagliari ha portato via l’uomo in occasione del primo gol di Oier Zarraga, attirando la marcatura sul corner poi rivelatosi da tre punti grazie al tocco di Thomas Kristensen.
Sono soltanto alcuni esempi per evidenziare il modo diverso di interpretare il ruolo con Lucca, pronto a tornare contro il Monza,che vive per il gol, in piena area di rigore, al contrario dell’inglese, sempre abile ad aprire spazi per i compagni che arrivano dalle retrovie e a lavorare palloni facendo da sponda, svuotando così di attenzioni e energie gli avversari nel corso della gara. Un lavoro ai fianchi che alla fine paga.
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