Xuereb: «Solo vitamine a Powell e Simpson»

UDINE. «È ora che gli atleti si assumano le proprie responsabilità invece di cercare un capro espiatorio». Il preparatore atletico canadese Christopher Xuareb si difende così dalle accuse di aver somministrato ai due atleti giamaicani Asafa Powell e Sherone Simpson sostanze dopanti, nella fattispecie, l'oxilofrina.
Turbato dal fatto che la responsabilità della vicenda sia stata «scaricata» sulle sue spalle, il preparatore si difende sostenendo di aver soltanto «raccomandato vitamine», ovviamente prive di sostanze proibite. «È ovvio che gli atleti stavano assumendo altre sostanze di cui non avevano parlato con me».
Dal punto di vista investigativo, invece, potrebbero servire settimane, forse mesi prima di avere l'esito delle analisi sul contenuto della cinquantina di scatole, fra compresse, fiale, spray e pomate senza etichetta o con posologia in inglese, sequestrate domenica notte dai carabinieri del Nas di Udine nelle camere dell'albergo lignanese dove alloggiavano i due velocisti il preparatore.
L'attività di analisi, che la Procura di Udine dovrebbe affidare in settimana ai carabinieri del Ris di Parma o a un laboratorio convenzionato con il Coni, sarà lunga e costosa. Le analisi punteranno a cercare essenzialmente la presenza di oxilofrina, lo stimolante a cui gli sprinter sono risultati positivi a seguito di un controllo effettuato in occasione di un meeting a cui avevano preso parte in Giamaica.
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