Vince la Juve, è il primo passo da triplete
Uno-due in 25’ firmato Alves e Bonucci contro la Lazio: è il terzo trofeo nazionale di fila per la squadra di Allegri, un record

Juventus' Leonardo Bonucci jubilates after scoring the goal during the Italy Cup final soccer match Juventus FC vs SS Lazio at the Olimpico stadium in Rome, Italy, 17 May 2017. ANSA/CLAUDIO PERI
ROMA. Il presidente della Repubblica Mattarella ha consegnato la Coppa Italia (la dodicesima) ai più forti, i bianconeri, che già nel primo tempo hanno mostrato la loro superiorità con i gol di Dani Alves e Bonucci, due difensori, anche se la Lazio aveva colpito quasi subito un palo con Keita. Nella ripresa, la squadra di Inzaghi ha cercato di reagire, senza riuscire a superare il muro bianconero e Neto. La Juve ha quindi messo le basi, con questa terza vittoria consecutiva in Coppa Italia, un record, per il triplete. Domenica potrebbe conquistarne il secondo spicchio, vincendo lo scudetto. Mentre la finale di Champions contro il Real sarà l’ostacolo più difficile. E comunque bisogna dire che aver messo le mani su due trofei su tre sarebbe già un ottimo traguardo. Contro una Lazio che, in campionato, si è affermata come una rivelazione è stato un bel successo. La formazione biancoceleste non ha fatto male, come il suo giovane allenatore Simone Inzaghi, che sembrava meno dotato di suo fratello Pippo, ma che ha cominciato meglio la propria carriera. Per Allegri, che si è confermato un tecnico vincente, una bella soddisfazione.
Senza lo squalificato Pjanic, rimpiazzato da Rincon, e di Khedira, il mister juventino era tornato alla difesa a tre con la BBC davanti a Neto; a centrocampo Dani Alves, l’uomo delle grandi occasioni, con Marchisio, Rincon e Alex Sandro. Davanti Dybala e Mandzukic con Higuain. Inzaghi aveva fatto leva sul trio difensivo Wallace-De Vrij-Bastos. A centrocampo Basta e Lulic esterni, Parolo e Milinkovic attorno a Biglia. davanti Immobile e Keita, cecchini di valore, ma non molto fortunati nella circostanza.
Qualche smagliatura della difesa bianconera e il palo di Keita (imbeccato da Milinkovic) nella fase iniziale della gara avevano fatto pensare a una Juve ancora scioccata dalla sconfitta con la Roma sul terreno dell’Olimpico. Invece, col passar dei minuti, la squadra campione d’Italia ha preso in mano la partita e ha cominciato a lavorare ai fianchi la squadra di Inzaghi, prima sfiorando il gol con Higuain, poi trovando il vantaggio al 12’ su discesa di Alex Sandro sulla sinistra: traversone per Dani Alves dall’altra parte, e conclusione al volo di interno destro che si è insaccato in diagonale. La Juve ha dominato per un pò e Strakosha ha rinviato il raddoppio, prima neutralizzando su Dybala e, pochi istanti dopo, su Higuain. L’uscita di Parolo (che forse non avrebbe dovuto neppure entrare in campo, non essendo al meglio), sostituito da Radu, ha costretto Inzaghi a resetettare l’impianto difensivo. Ne ha approfittato al 25’ la squadra di Allegri che ha raddoppiato su angolo da sinistra: Alex Sandro ha deviato e Bonucci – incontrollato – ha insaccato. Un tuffo di testa di Immobile, che ha messo di poco alto, non ha consentito alla Lazio di riaprire la gara.
Inzaghi nella ripresa ha fatto entrare Felipe Anderson al posto di Bastos. Il nuovo entrato ha subito costretto Neto a una deviazione su un fendente velenoso. La Lazio è cresciuta. Neto ha salvato su colpo di testa di Immobile da due passi. C’è stata una fase in cui la Juve ha ripreso ad attaccare, ma senza andare alla conclusione. Luis Alberto è stato inserito al posto di De Vrij non al meglio. Higuain ha messo in mezzo una palla dal fondo destro, ma non c’erano compagni a dare il colpo di grazia alla Lazio. Una buona occasione l’ha sprecata Keita, tirando alto dal limite. Ci ha provato anche Immobile. Allegri ha notato un calo dei suoi e ha sostituito Dybala con Lemina. Ancora Immobile di testa ha messo alto. Strakosha ha preso un tiro a colpo sicuro di Higuain. Ma non sappiamo se Allegri è rimasto contento del secondo tempo dei suoi. Onestamente bisogna tuttavia riconoscere che la Juve ha meritato di vincere.
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