Un Giro d’Italia senza Milan: dopo due maglie ciclamino debutterà al Tour
Lo sprinter bujese non sarà nel gruppo che giovedì 8 maggio partirà dall’Albania. Nella Corsa Rosa ha già ottenuto quattro vittorie di tappa

Diciamoci la verità, qui in Friuli specialmente, ma in tutta Italia perchè in questi due anni il fenomeno è diventato nazionale e ha salvato il bottino dell’Italbici di maggio, ci eravamo abituati negli ultimi due anni.
Partiva il Giro d’Italia ed era il caso di incollarsi alla televisione non soltanto nei tapponi di montagna per gustarsi le battaglie per la maglia rosa ma anche nelle tappe di pianura perchè c’era a sprintare il bujese Jonathan Milan. Ormai era un appuntamento fisso, non solo nella sua Buja, dove peraltro l’azienda di tendaggi e affini di famiglia veniva presa s’assalto dai tifosi negli ultimi chilometri di corsa e il lavoro si fermava.
Da quando, era il 7 maggio 2023, due anni fa, a San Salvo, seconda tappa della corsa rosa che poi Roglic avrebbe vinto con il sorpasso sul Lussari, Milan ruppe il ghiaccio nella seconda tappa del suo primo Giro d’Italia.
Volata imperiosa e così il campione olimpico su pista con Ganna e gli altri a Tokyo 2021 e tanta altra argenteria nei velodromi, è sbarcato ufficialmente nel ciclismo che conta.
Da quel giorno di due anni fa il 24enne, allora alla Bahrain Victorious e poi nella scorsa stagione passato alla Lidl Trek, ha monopolizzato o quasi gli arrivi in volata.
Nel senso che, tranne pochissimi casi, quando non ha vinto è arrivato secondo. E dopo San Salvo praticamente non ha mai mollato la maglia ciclamino, il simbolo della classifica a punti, la seconda maglia più importante della corsa dopo quella rosa.
In quel 2023, allora, secondo posto a Salerno, idem a Napoli. Ancora a Tortona dopo una rimonta impossibile saltando i rivali come birilli e ancora Caorle con una piazza d’onore per millimetri dietro il padovano Alberto Dainese.
Superato il malessere nella tappa delle Tre Cime, ecco l’apoteosi tra la sua gente nella crono del Lussari e l’arrivo a Roma, respinto dall’ultima volata per gambe distrutte.
Eccola la differenza fra il suo primo Giro d’Italia, consluso grazie al carattere da friulano ma con scarsa preparazione (avrebbe dovuto correre solo poche tappe) e quello di un anno fa con la nuova squadra, cucita addosso a lui. E una preparazione mirata Secondo posto a Fossano alla terza tappa? Poco male, vittoria di rabbia il giorno dopo ad Andora, maglia ciclamino che non ha più mollato a nessuno. Poi piazza d’onore a Napoli e vittorie, nette, a Francavilla a mare in Abruzzo e Cento.
Ecco nell’afa dell’Emilia, davanti ai genitori e alla sua sua Samira, la fidanzata arrivata apposta da Lipsia, Milan un anno fa ha cambiato dimensione diventando un velocista di livello mondiale. Quel giorno sul nostro giornale lo incoronò anche un certo Mario Cipollini, uno che di potenza se ne intende.
E i secondi posti di Padova e Roma, dopo che, a 10 km dalla fine un guaio meccanico l’aveva costretto a un inseguimento mozzafiato, hanno in qualche modo nel corridore friulano aperto la strada a una nuova sfida: quella del Tour de France.
Là ci vanno i velocisti più forti al mondo, là proverà a sfidarli dal 5 luglio prossimo quando a Lilla, volata annunciata, ci sarà in palio anche la prima maglia gialla.
Il friulano, con 5 vittorie in tasca nel 2025 comprese due tappe alla Tirreno Adriatico (e la classifica a punti), chiusa alla Parigi Roubaix venti giorni fa la stagione delle classiche col terzo posto alla Gand Wevelgem, andrà ora ad allenarsi per tre settimane sulla Sierra Nevada in Andalusia con i compagni di squadra che parteciperanno alla Grande Boucle.
Lassù troverà anche il re Tadej Pogacar e i suoi pretoriani che preparano l’assalto al quarto Tour.
Obiettivo accumulare il fondo necessario per giocarsi le tappe allo sprint e superare indenni Alpi e Pirenei, con il caldo di luglio, ostacoli mica da ridere specie per un corridore al debutto su quelle strade.
E poi l’avventura in Francia per Jonny ha un altro sapore, quello della sfida ai rivali. Tra gli altri ci saranno Jasper Philipsen abbonato alla maglia verde, anche perchè al Tour il corridore della Alpecin ha a tirargli le volate un certo...Mathieu Van der Poel e l’altro belga Tim Merlier. Se ha una bestia nera, vedi due tappa al Giro 2024, Europei o la recente volata per il secondo posto alla Gand, Milan quella è lo sprinter 32enne della Quick Step. Una ragione in più per faticare sulla Sierra Nevada, da dove scenderà a fine mese per rodare la condizione al Giro del Delfinato prima del Campionato italiano adattissimo alle sue caratteristiche e che si correrà a Gorizia. Poi la Grande Boucle.
Eccolo il nuovo Milan giramondo che mancherà tanto al Giro, dove per la ciclamino il favorito e il suo compagno di squadra Mads Pedersen.
Giramondo, ma con radici in Friuli. Il 6 maggio il campione, classe 2000, su Instagram ha ripostato il post della Regione in ricordo alle vittime del terremoto. Chapeu a lui, e ai suoi genitori e nonni. Imparate ragazzi, imparate.
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