Vicario, il primo friulano a giocare in Premier League
Il portiere udinese domenica debutta con il Tottenham. Dal tifo per i bianconeri e Handanovic a un top club europeo

Da piccolo, assieme a papà Michele, andava allo stadio Friuli. Seguiva l’Udinese e il suo idolo Samir Handanovic. Come passa il tempo, e come cambiano alcune storie.
Adesso il portiere sloveno è svincolato, papà Michele è sì sempre in tribuna, a godersi le partite, ma stavolta lo farà in un posto nuovo e con una prospettiva diversa.
Perché suo figlio, Guglielmo Vicario, con cui andava ai Rizzi un tempo, domenica farà il suo esordio assoluto in Premier League.
Il numero uno udinese, cresciuto in zona Planis, è pronto a difendere i pali del Tottenham col Brentford, nella prima sfida del maggior campionato al mondo.
È il primo friulano a farlo. Appuntamento a Londra, alle 15: l’orario dei nostalgici del calcio di un tempo, che ben si abbina alla storia di sacrificio, dedizione e passione di “Guy”, passato in nove anni dalla serie D a Fontanafredda all’olimpo del calcio mondiale.
PERCORSO
Il talento c’è, altrimenti non sarebbe mai arrivato sino a questo punto. Ma è soprattutto col lavoro e con la mentalità che il giocatore udinese, classe 1996, è riuscito a fare così tanta strada nel corso di questo decennio.
Per tutti quelli che l’hanno conosciuto, Vicario, così come anche Ivan Provedel, portiere di Pasiano della Lazio, è un esempio di professionalità e di cura del dettaglio. Di scelte professionali corrette, anche.
A Fontanafredda, in Interregionale, ha voluto andare per giocare con continuità tra i “grandi” a 18 anni (fu scoperto dal ds Renzo Nadin).
Lo step successivo a Venezia, fatto per testarsi nuovamente in D, ma in un contesto più competitivo. I passi proporzionati alla gamba, dunque, quello che tanti calciatori giovani non riescono (e non sono aiutati) a fare. La stagione in C sempre al Venezia, come dodicesimo di Facchin; quindi sempre in Laguna ma in B, come dodicesimo di Audero. Due colleghi che Vicario ha sempre ascoltato.
Poi le maglie da titolare in B ancora al Venezia e a Perugia, quando tra il 2018 e il 2020 collezionò 71 presenze e dimostrò appieno le sue qualità. E convinse il Cagliari – allora in A – ad acquistare il suo cartellino.
Quindi la massima serie con gli isolani come vice di Cragno, infine le due annate ad Empoli in A, da titolare, in un ambiente ideale per crescere e consacrarsi: personalità, presenza tra i pali, coraggio nelle uscite, bravura ai giocare coi piedi. Più il livello si alzava e più lui dimostrava di essere adeguato.
«Penso alla strada che ho fatto per essere qui», aveva dichiarato alla fine dell’estate del 2021, quando aveva giocato con la maglia dell’Empoli all’Allianz Stadium con la Juventus. La sua prima, ottima, gara con i toscani nel massimo torneo. E pensare che la settimana precedente, in casa con la Lazio, all’apertura del campionato, fece flop.
IL GRANDE GIORNO
Nel lungo viaggio nell’Italia del calcio, dal Tognon di Fontanafredda al Meazza di Milano, Vicario è sempre stato seguito dai genitori, da papà Michele e da mamma Monica.
Presenze costanti, ma non invadenti. Sono stati loro, un anno fa, ad accompagnare il figlio a Coverciano, al primo raduno con la nazionale. Si sono fermati fuori dal cancello della “casa” degli azzurri, lasciandolo poi compiere da solo un altro passo importante nella sua carriera professionale.
Gli amici, che ci sono sempre stati: Alex Meret e Samuele Perisan, portieri friulani di Napoli ed Empoli, ragazzi con cui condivide valori, oltre che la passione per il calcio.
Senza tutto questo contorno, Vicario, lo scorso giugno, non avrebbe mai potuto esibirsi ad alto livello e ricevere la chiamata del Tottenham, di quel calcio inglese che sognava di frequentare. Il bagaglio personale, oltre che tecnico, il portiere porterà con sé in questo nuovo viaggio, in cui servirà grande maturità.
Gli Spurs non arrivano da annate semplici, anzi. Dal 2019-2020 in poi hanno sempre cambiato allenatore durante la stagione, lasciando un trainer esploso proprio col Tottenham come Mauricio Pochettino per provare a rimanere al top con manager di altissimo profilo: in quella panchina si sono seduti Josè Mourinho e Antonio Conte, tra gli altri, senza però brillare del tutto.
Ora un ritorno alle origini, con la scommessa Ange Postecoglou, australiano con origini greche, non più giovanissimo (classe 1965), all’esordio in Premier dopo aver brillato col Celtic a Glasgow.
I londinesi giocheranno nuovamente a 4 in difesa, ripartiranno da un calcio offensivo ma senza Harry Kane, stella assoluta e bomber del club, ormai a un passo dal Bayern Monaco (Lukaku potrebbe sostituirlo).
Vicario, forte di anni passati a comandare una linea a 4, lavora forte per adattarsi del tutto a questo nuovo sistema. Nel frattempo ha già dato ottime risposte in pre-campionato e stupito i tifosi degli Spurs (oltre che il tecnico) col suo livello d’inglese. Le premesse per far bene non mancano.
Ora sta a lui, con la volontà di far sventolare anche in Inghilterra la bandiera del Friuli.
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