Uno striscione in Curva Nord per un ultimo saluto a Jacopo

L’Udinese e i tifosi ricorderanno il 22enne scomparso un mese fa Saranno presenti allo stadio la nonna, la mamma e tutti i suoi amici 

l’omaggio

Simonetta d’este

Uno striscione nella “sua” Curva, da dove viveva ogni domenica la propria passione per l’Udinese assieme al gruppo “Ngu”, uno sport che lo ha accompagnato per tutta la vita, fino a un attimo prima che un malore se lo portasse via a 22 anni. Jacopo Capace sarà ricordato così domani sera pochi minuti prima del fischio d’inizio di Udinese-Parma da amici e parenti, che vogliono mandargli un saluto da uno dei luoghi a lui più cari, «perché – dicono – sarebbe stato contento». A chiedere l’applauso del Friuli, che arriverà senza bisogno di dire nulla, saranno in più di cinquanta: gli amici della Nord, quelli del rione di Udine Est, don Giuseppe Marano della parrocchia di Gesù Buon Pastore, nonna Gianna, mamma Cinzia, i fratelli Gioele e Samuele, e tanti altri. Molti di quelli che lo hanno conosciuto e amato e che per una volta prenderanno il suo posto sugli spalti per tifare al posto suo. Saranno tutti in piedi, dietro a uno striscione grandissimo che riporta una frase di una canzone di Vasco Rossi, che tanto amava Jacopo, e che purtroppo sembra oggi disegnata per lui: «La vita è un brivido che vola via».

A rendere omaggio a questo giovane impegnato anche nella vita sociale e politica della sua città (aveva fatto parte del consiglio di quartiere), sarà anche l’Udinese stessa, che consegnerà per mano di uno dei calciatori ai parenti in Curva un mazzo di fiori e una maglietta bianconera, quella che Jacopo tanto amava. «Aveva una passione pura per il calcio – raccontano gli amici che hanno voluto realizzare questo speciale saluto per lui –, e quando non ha più potuto giocare come avrebbe desiderato si era dedicato ad allenare i bambini. E poi era un tifoso vero della squadra della nostra città. Quando lo guardavi percepivi che per lui il calcio era qualcosa di grande più di una passione, ma di quelle genuine». E tanto è vero che quando si è sentito male stava facendo quello che amava: giocava a calcetto con gli amici. Mancherà a tutti domani sera il suo sorriso, ma sicuramente gli arriverà – ovunque sia – la forza di questo speciale saluto bianconero, perché appunto, lui ne sarebbe stato contento. «Ciao Jacopo». —

BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATIL’ultimo saluto

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