Undici titoli italiani di rally (per ora) bastano Ucci&Ussi si prendono un anno sabbatico

l’intervista
Paolo Andreucci e Anna Andreussi non saranno al via nel prossimo campionato italiano rally. L’undici volte campione italiano resterà in Peugeot come testimonial e tutor per i giovani piloti. Non ha nessuna intenzione di smettere di correre, ma di fatto, in questa stagione, si prenderà una pausa, per dedicarsi alle gare promozionali di Peugeot insieme alla sua navigatrice Anna Andreussi.
Paolo Andreucci – nato il 21 aprile 1965 a Castelnuovo di Garfagnana (Lucca) – è il pilota che ha vinto più volte il campionato italiano rally (11: 2001, 2003, 2006, 2009-2012, 2015, 2017 e 2018). Il suo palmarès comprende anche due ottavi posti in due gare valide per il WRC (Portogallo 1989 con la Lancia Delta e Sardegna 2015 con la Peugeot 208). Anna Andreussi ha vinto al suo fianco 10 volte e mezza (in un’occasione è infatti subentrata a metà stagione). Insieme sono la coppia più vincente nella storia del rally italiano.
È proprio la navigatrice di Artegna a raccontarci la decisione sofferta, ma convinta, che ha spinto il suo pilota e compagno nella vita a prendere questa decisione. Dalle sue parole e da quelle di Andreucci si capisce però che non è affatto un addio. Non smetteranno di correre. Non c’entra insomma il brutto incidente in cui la coppia è stata coinvolta in prova la scorsa estate.
Anna, da cosa è stata dettata questa scelta?
«Dal fatto che a fine campionato non c’è stato uno sviluppo su Peugeot, ma su Citroen. Peugeot non voleva lasciare andare via Paolo e gli ha quindi proposto di restare come brand ambassador. La scelta era dunque tra continuare a correre, con un’altra casa automobilistica (abbiamo ricevuto altre proposte) e, invece, restare comunque con Peugeot, la casa con cui abbiamo costruito e vinto tanto».
Che cosa significa, nel concreto, fare da ambasciatore?
«Oltre che prestare la propria immagine, significa partecipare a delle gare spot oppure a un campionato terra. Si tratta, insomma, di gare promozionali».
Che differenza c’è tra un campionato promozionale e un italiano vero e proprio?
«Questione di spirito. Non c’è poi bisogno di programmazione. Si tratta di gare spot, la formula è tutta da decidere».
Quanto vi è costata questa scelta?
«È stata la scelta più giusta e serena. Abbiamo corso 10 anni con Peugeot e la scelta di accompagnare Peugeot in questo nuovo percorso è sembrata quasi scontata. Paolo è una persona molto fedele».
Come cambia la vostra vita quotidiana?
«Paolo dedicherà più tempo ai corsi per giovani piloti, cosa che da sempre desidera fare. Si tratta di fare meglio quello che gli è sempre piaciuto fare. Io dedicherò più tempo alla federazione e poi al negozio Sparco aperto recentemente a Reana».
È una scelta definitiva?
« Dopo 20 anni di carriera intensa credo che uno stop ci stia. Non è detto che nella prossima stagione non si possa tornare indietro. Credo che Paolo non smetterà ancora di correre. Ripeto che per ora è stata una scelta serena e naturale. A livello professionale credo che la scelta di fermarsi, a 54 anni, sia la più saggia. Questa stagione di pausa servirà per capire tante cose. Nel frattempo io mi sto dedicando al negozio a cui tengo tantissimo». —
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