Udinese, missione compiuta in Coppa Italia

Con una rete per tempo eliminata la Carrarese nell’esordio in Coppa. Le firme sono di Atta e Bravo, nel prossimo turno l’Udinese sfiderà il Palermo

Pietro Oleotto

Missione compiuta in una placida serata d'agosto, contro una squadra del piano di sotto come succede praticamente sempre quando in Coppa Italia entrano in scena le formazioni di Serie A.

L'Udinese ha timbrato il pass per i 16esimi di finale del trofeo nazionale battendo una modesta Carrarese: a fine settembre affronterà un'altra avversaria del campionato cadetto, ma di ben altro spessore e ambizioni: il Palermo.

Si tratterà dell'ultimo ostacolo sulla strada che porta agli ottavi di finale contro la Juventus in uno spicchio di tabellone presidiato anche dall'Atalanta.

Ma se proprio si decide di parlare del futuro in chiave bianconera è meglio cercare di leggere gli indizi sullo stato di forma della squadra di Runjiac forniti dagli ultimi 90 minuti prima dell'esordio in Serie A, nella sera del prossimo lunedì, contro il Verona, ai Rizzi.

Come accennato la Carrarese – accompagnata in Friuli da oltre trecento tifosi – si è rivelato un boccone troppo facile per l'Udinese che ha giochicchiato fino al tramonto della prima frazione, quando è passata in vantaggio.

Tutto bene? Non esattamente, si sono registrati – prima di tutto – un paio di disattenzioni nel cuore della difesa che con un'avversaria di qualità sarebbero costate care e che, invece, hanno portato settemila cuori friulani sistemati tutti sotto l'arco della tribuna centrale (7.402 i pagati ieri sera) a un lieve sussulto dettato dalla sorpresa, anche perché in pallone non è nemmeno arrivato tra le braccia di Sava che è dovuto intervenire per sbarrare il passo alla Carrarese soltanto nell'ultimo quarto d'ora della ripresa, in particolare al 37', quando Zuelli ha fatto partire un destro dal limite che il portiere romeno dell'Udinese ha disinnescato con un intervento in due tempi.

Mister Kosta ha scelto per l'occasione la stessa retrogurdia titolare del test vinto a Brema subendo gol dal Werder soltanto su calcio di rigore: il giovane Palma a destra, Kristensen al centro, Solet a sinistra. Il danese è ancora in fase di apprendistato e dovrà aumentare “le frequenze” sulla strada della sostituzione di Bijol, ma ha qualità fisiche, deve alzare l'asticella dell'attenzione, dote fondamentale per recitare da perno della difesa a tre, dove non basta uscire in anticipo sull'avversario diretto per far quadrare i conti.

Altre perplessità? Un paio “striscianti”, non certo assoluto. Il ritmo partita, per esempio, non è stato furioso nel primo quarto d'ora come ci si attendeva per chiudere la pratica in fretta.

Dopo un paio di sgasate, dunque, l'Udinese non ha forzato al gioco, lasciando un po' troppo solo Davis al centro dell'attacco, anche se stavolta, a differenza dell'ultima amichevole tedesca, Runjaic ha scelto Bravo come partner d'attacco dell'inglese nel 3-5-2 al posto di Brenner. E anche lo spagnolo non ha incantato, anche se l'impegno è stato decisamente diverso, al pari del risultato, visto che il gol che di fatto ha messo una pietra tombale sulla sfida l'ha segnato proprio Bravo in avvio di ripresa.

E qui si possono inserire le note incoraggianti della serata di Coppa. La rete che ha rotto il ghiaccio è stata infatti un vero e proprio pezzo di bravura di Arthur Atta che ha recuperato un pallone davanti all'area e si è infilato nel cuore della difesa avversaria per battito di sinistro, dopo una finta, il portiere Bleve, il migliore dei suoi, soprattutto per un paio di interventi nella seconda parte della gara.

Il francese ha giostrato da interno di centrocampo con capitan Karlstrom perno della mediana e Lovric – poco produttivo e di qualità ieri – sull'altro fianco; esterni il solito inossidabile Ehizibue, piatto come depressione geografica anche contro una squadra di B, e uno Zemura che si è fatto vedere solo su calcio di punizione nella ripresa. Sarà il caso di alzare il ritmo anche da quelle parti.

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