Udinese, l’ex Alessandro Orlando: «Udogie è fondamentale, farà la differenza»

Non sono certo equiparabili al piede sinistro e nobile di Leo Messi che si sta giocando il Mondiale, ma intanto giovedì 15 dicembre l’Udinese ha ritrovato in gruppo due mancini “operai” e utili alla causa come quelli di Destiny Udogie e Jean Victor Makengo.
Mancavano dallo scorso 30 ottobre, quando l’Udinese pareggiò a Cremona, e anche se sabato sera non sfideranno in amichevole al Friuli l’Athletic Bilbao, alle 20, è indubbio che in prospettiva il loro rientro permetterà al tecnico Andrea Sottil di riconfigurare l’Udinese nella sua versione più ammirata.
Ne è convinto anche un ex come Alessandro Orlando, che in passato mise il suo mancino a disposizione della Zebretta, vincendo poi titoli importanti con Juventus e Milan. Oggi Orlando allena e insegna calcio al Donatello e l’Udinese se la va a vedere in Curva tra amici.
INSOSTITUIBILI
«Sarà un bene ritrovare Makengo in mediana, ma non è quella la zona in cui mancano i ricambi, bensì sulle fasce e quindi, in attesa di ritrovare un insostituibile come Becao in difesa, ben venga Udogie, perché con questo ragazzo l’Udinese potrà ritrovare la spinta che le è mancata nelle ultime tre partite prima della sosta, quando Sottil ha sopperito con Pereyra, senza trovare buoni frutti».
Un incipit, quello di Orlando, che fa da premessa a un’attenta analisi non solo sulle qualità di Udogie, ma anche sull’interpretazione moderna del ruolo di esterno che getta le basi per lo sviluppo della manovra offensiva.
ESEMPI MONDIALI
«Non ero convinto che Udogie mantenesse un rendimento alto dopo avere firmato per il Tottenham e invece ha fatto semplicemente la differenza.
È vero che giocando a cinque qualche volta non è stato perfetto nelle diagonali difensive, in cui non sempre si arriva a chiudere per tempo in quel modulo, ma è stato una sicurezza anche per l’attacco, visto che senza Udogie l’Udinese ha perso in fase di spinta e di appoggio.
Anche ai Mondiali vediamo quanto l’esterno giochi in funzione dell’attaccante che ha davanti a sé. Lo ha fatto vedere Danilo che si alzava in mediana per lasciare giocare largo Neymar, Theo Hernandez nella Francia, dove si allarga Griezmann, e quando abbiamo visto Udogie accentrarsi all’Udinese è stato Deulofeu a uscire largo nello spazio creato dall’azzurrino.
Dipende sempre da come si vuole giocare, ma non c’è più il binario dritto per dritto sulle fasce e gli esterni devono cercare gli spazi all’interno del campo per darne sull’esterno ai compagni».
LETTERINA
Poi, da appassionato e collega qual è, ecco il pensierino natalizio indirizzata al collega Sottil. «Rinforzi? Per me l’Udinese è più che mai equilibrata in tutti i reparti, ma l’unico aspetto è che con questi giocatori non riesco a vedere un’alternativa al modulo ricorrente, ammesso che lo si voglia provare.
Fatico a pensare a un 4-3-3, ad esempio, e non vedo un vero trequartista capace di far giocare la squadra anche spalle alla porta».
Poi la “richiesta” si sposta a un paio di giocatori: «Vorrei veder migliorare Beto nella predisposizione al gioco di squadra, là dove Success ne ha molta di più, facendo salire la squadra, e mi piacerebbe che Samardzic trovasse la continuità anche nel minutaggio. Adesso è al 60%».
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