Udinese, l’esonero di Cioffi doveva arrivare a marzo
Nell’analizzare gli errori commessi da Cioffi si deve partire dal 27 gennaio, giorno di Atalanta-Udinese 2-0. Da lì in avanti l’ex tecnico bianconero non è stato più lui e con lui la squadra
UDINE. Innanzitutto un grande in bocca al lupo a Fabio Cannavaro e al suo staff. Si sono presi una bella gatta da pelare: ereditare una squadra terzultima in classifica a cinque giornate e venti minuti dalla fine del campionato significa avere coraggio e un po’ di sana follia, proprio quella che servirà all’Udinese per rimanere in A.
Sì, serve un po’ di sana incoscienza per scacciare quella tensione e quella preoccupazione che hanno bloccato la squadra negli ultimi tre mesi. Tre mesi, non è una scadenza casuale. Nell’analizzare gli errori commessi da Cioffi si deve partire dal 27 gennaio, giorno di Atalanta-Udinese 2-0.
Da lì in avanti l’ex tecnico dell’Udinese non è stato più lui, si è spento e con lui la squadra. Ecco perché pensiamo che l’esonero arrivato ufficialmente lunedì 22 aprile sia giunto con almeno 50 giorni di ritardo.
Questa decisione Gino Pozzo avrebbe dovuto prenderla dopo Udinese-Salernitana finita 1-1 lo scorso 2 marzo. Quel giorno si era capito che la squadra aveva infilato in un tunnel dal quale difficilmente sarebbe uscita.
Ora la palla passa a Cannavaro. Servirebbe un campione come lui al centro della difesa bianconera, speriamo che Udine sia il trampolino di lancio per la una carriera altrettanto importante in panchina. —
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