Udinese, la vittoria dell’Argentina nella Coppa America è firmata De Paul

UDINE. Ha scelto il modo migliore Rodrigo De Paul per congedarsi definitivamente dall’Udinese: vincendo la Coppa America. L’ha fatto in quelli che sono i suoi ultimi giorni da calciatore bianconero visto che il suo passaggio all’Atletico Madrid potrebbe essere addirittura una questione di ore.
Non ha vinto in maniera banale l’Argentina. Innanzitutto perché l’ha fatto in casa del Brasile, al Maracanà, dove Messi e compagni avevano perso la finale mondiale nel 2014 con la Germania. E non è stata banale nemmeno la partita di De Paul giudicato da molti il migliore dell’Albiceleste e non solo per il tracciante con il quale ha mandato in porta Di Maria, abile a beffare poi il portiere della Seleçao con un dosato pallonetto.
Il diez bianconero ha giocato una partita totale, il mix di quantità e qualità che ha sempre messo nei suoi ultimi due anni all’Udinese. Eloquente l’azione in cui, come un medianaccio qualunque, è andato a rincorrere Neymar placcandolo quasi come Pinzi fece a Liverpool su Downing.
Un giocatore totale, dicevamo, che piacerà da matti al suo nuovo allenatore, il Cholo Simeone. Se De Paul oggi è diventato un giocatore di questo livello lo deve alle sue capacità, alla sua intelligenza, ma anche all’Udinese che lo ha saputo aspettare. Perché, è bene ricordarlo, i primi tre anni di Rodrigo sotto l’arco dei Rizzi, non sono stati per rendimento e personalità in campo, gli stessi degli ultimi due quando l’argentino si è preso sulle spalle spesso e volentieri la squadra. Nella sua crescita, un po’ di merito, va sicuramente dato anche a Luca Gotti che ha lavorato sulla testa e sulle qualità tecniche di Don Rodrigo.
L’Udinese festeggia la vittoria dell’Argentina in Coppa America perché nella squadra del ct Scaloni c’erano altri due bianconeri, anzi uno e mezzo per essere precisi. Juan Musso, in tribuna nella notte tra sabato e domenica, aveva cominciato la Coppa America da portiere dell’Udinese, l’ha finita da numero 1 dell’Atalanta.
E poi c’è Molina. La Nazionale non sapeva nemmeno cos’era prima di approdare un anno fa in Friuli. È stato in bianconero che ha catturato le attenzioni di Scaloni e dei suoi collaboratori. Si è guadagnato un posto da titolare quasi subito in questa Coppa America, è stato sostituito dopo 45’ nella semifinale vinta ai rigori con la Colombia (in fase difensiva ha ancora qualche difetto il ragazzo) ed è rimasto in panchina per 90’ con il Brasile, ma questa vittoria è anche molto sua.
A meno di clamorosi colpi di scena Molina resterà a Udine e quindi nella prossima stagione Gotti potrà contare su un calciatore più forte perché cresciuto sul piano dell’esperienza e dell’autostima.
Un’ultima citazione la merita Leo Messi che con l’Udinese c’entra poco ma che è pur sempre oggi il miglior calciatore del pianeta. Ha vinto il suo primo “vero” titolo con l’Argentina, dopo le Olimpiadi di Pechino 2008, cancellando quello che fino a due giorni fa era l’unico buco nero della sua straordinaria carriera. Giusto così. Come è giusto che De Paul vada a giocare la Champions. In Friuli continueranno a tifare per lui.
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