Udinese, e sono dieci: la pareggite fa male

Tutti a focalizzarsi su quell’unica vittoria centrata nelle ultime sedici giornate, ma c’è un altro numero a cui si può guardare per cercare il reale valore dell’'Udinese attuale, riassumibile forse in quel “voglio ma non posso” ben determinato dai dieci pareggi fin qui andati agli archivi, tanti quanti ne ha collezionati anche l’Empoli.
In una parola, l’Udinese soffre di “pareggite” acuta, malanno che per i bianconeri non può essere considerato solo di passaggio e neppure di stagione (sportiva s’intende), visto che l’attuale striscia di “X” sta procedendo a grandi passi verso il record di 14 pareggi stabilita la scorsa stagione, quando Luca Gotti prima e Gabriele Cioffi poi si divisero sette pareggi a testa nelle rispettive gestioni.
Il tutto, per una percentuale del 37%, record per il club friulano nelle annate considerate a 20 squadre. Il record assoluto, invece, appartiene ai 20 pareggi che scandirono l’annata bianconera 1982-’83, quando c’erano ancora in palio i due punti per vittoria e su trenta partite (allora il campionato era a 16 squadre), e l’Udinese di Enzo Ferrari ne vinse solo sei, perdendone quattro.
Risultato? Clamoroso a dirsi, ma quell’Udinese seppe piazzarsi al sesto posto, mancando la qualificazione Uefa per soli tre punti. Era anche l’Udinese di Ivica Surjak e di quelle traverse che il croato colpì ripetutamente al Friuli, e che solo in seguito si scoprirono leggermente più basse.
Una questione di pochi centimetri che tuttavia furono decisivi nei pareggi casalinghi per 0-0 con Napoli e Fiorentina, e che si collocarono in quella striscia record di sette pareggi consecutivi dalla 13ª alla 19ª giornata, con ben quattro 0-0 di fila.
Al giorno d’oggi, invece, a fermare sul pareggio l’Udinese sono ben altri motivi, a cominciare da quei nove gol subiti nel primo quarto d’ora di gara, schiaffi spesso subiti a freddo che hanno sì portato a delle reazioni, fruttando all’Udinese il primato di squadra più capace nelle rimonte con i 18 punti conquistati da situazione di svantaggio, ma che di fatto hanno compromesso potenziali vittorie, costringendo la Zebretta a interpretare la parte del salmone, per risalire la corrente.
Con lo Spezia è stato ancora così, come da inizio d’anno era stato anche con l’Empoli e col Verona al Friuli. A proposito, era dai tre pareggi casalinghi con Napoli, Roma e Bologna della stagione 2012-’13 che l'Udinese non ne pareggiava tre di fila ai Rizzi.
Allora, alla guida di quella squadra c’era Francesco Guidolin, e fa specie pensare che dopo quel trittico di “punticini” l’Udinese vinse le ultime otto di fila, conquistato l’approdo in Uefa con il 5º posto. Tutte comparazioni che possono suonare come monito alla squadra di Andrea Sottil, capace di pareggiarne nove nelle ultime sedici.
Come dire che nell’epoca dei tre punti per vittoria i pareggi acquisiscono valore contributivo solo a patto da usarli come malta per fissare tra loro i mattoni chiamati vittoria. Un successo che a Udine manca appunto dal 18 settembre scorso, e fa specie segnalare che l’Udinese in casa ha vinto solo tre volte, solo più di Spezia, Lecce, Sampdoria e Cremonese.
E pensare che al Friuli sono state solo due le sconfitte, come Milan e Inter, una in più della Juve e due in più dell’imbattuto Napoli al Maradona.
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