Udinese, con la Lazio pareggio al fotofinish
Davis lo firma all’ultimo secondo dopo aver respinto casualmente un tiro di Zaniolo. La Lazio era a un passo dai tre punti con una conclusione di Vecino deviata da Solet

La bomba Maradona che chiude l’anno solare dell’Udinese la fa esplodere Keinan Davis, dopo 95 minuti di innocue miccette che non avevano spaventato la difesa della Lazio.
L’apoteosi in pieno recupero è il degno finale di una partita che giustamente si conclude in pareggio, visto che l’Udinese non ha praticamente mai tirato in porta (3 tiri nello specchio tutti nella ripresa), accodandosi alla produzione offensiva della squadra di Sarri che è andata in rete all’80’ solo per merito di una deviazione di Solet su un destro dalla distanza e senza pretese di Vecino.
La sconfitta per Runjaic sarebbe stata una beffa e avrebbe di fatto cancellato la prestazione muscolare e di volontà dei bianconeri che hanno risposto con le loro armi alla ragnatela laziale. Diciamolo chiaramente: con questo atteggiamento l’Udinese difficilmente avrebbe perso a Firenze, dove ha ricevuto una sonora lezione (cinque gol a uno) da un’avversaria che in questo weekend è tornata alla normalità, alla vita da ultima in classifica perdendo a Parma.
Al Friuli - Bluenergy Stadium, invece, si duellava per un posto al sole, o almeno, per una particina da attore non protagonista nella corsa per l’Europa: la Lazio infatti con il pareggio di ieri sera è a un punto dal settimo posto del Bologna che ha, tuttavia, due partite in meno, ma che stasera se la vedrà nel derby emiliano col Sassuolo, l’altra squadra che frequenta la stessa zona della classifica, assieme a Atalanta e Cremonese.
Insomma, l’Udinese avrebbe dovuto piazzare una risposta da tre punti per reagire in pieno al flop viola, ma almeno ha dimostrato di aver capito che solo gettando sul campo il cuore può essere considerata una squadra affidabile e dispettosa, anche per le avversarie più dotate.
E la Lazio può essere considerata una pretendente a un posto nelle coppe, seppur in rimonta. Ieri ha dovuto rinunciare a elementi di spessore a centrocampo come gli squalificati Guendouzi e Basic, oltre Dele-Bashiru, in Coppa d’Africa, ma ha esibito sul rettangolo verde dei Rizzi un gioco “codificato”: squadra corta, pronta alle ripartenze e difficilmente penetrabile, come confermano i 12 gol subiti, compreso quello di Davis. L’Udinese, invece, è arrivata a quota 28 (la stessa di Fiorentina e Torino che ha, tuttavia, una gara in meno), un’enormità.
Per fortuna, tuttavia, mister Kosta ha deciso di rispolverare Padelli per la porta bianconera, là dove molti si immaginavano un bis di Sava, subentrato a Okoye dopo l’espulsione di Firenze e non irreprensibile nella prestazione da riserva in corsa. Ebbene, il 40enne di Lecco, ormai friulano ad honorem, si è rivelato ancora un portiere di Serie A, non un semplice talismano.
Nella scorsa stagione contribuì, nell’unica presenza, alla vittoria sul Parma, ieri ha messo una pezza su Isaksen che avrebbe potuto tumulare la partita col 2-0. Dopo pochi minuti il pareggio utilizzando anche l’arma della disperazione, considerando che Runjaic all’83’ ha deciso di scardinare il suo 3-5-2 inserendo Miller per Karlstrom, Palma per Kabasele e soprattutto Buksa per Zanoli. Insomma, è passato al 4-3-1-2.
E proprio sull’ultima azione Zaniolo ha recuperato il pallone decisivo, ha tirato, ma il suo sinistro ha trovato la respinta casuale di Davis, intento al taglio verso la porta. Sul rimpallo lo stesso inglese è stato rapido a recuperare il pallone e a scoccare a sua volta un diagonale di sinistro che ha trafitto Provedel. Col brivido, perché per un minuto abbondante sullo maxischermo è comparso l’avviso: «Var possibile per fallo di mano».
Nella sala-regia di Lissone l’arbitro Gariglio, quello dei due rigori annullati col Sassuolo, ha scavato e scavato, ma non ha annullato l’1-. Il triplice fischio finale dello suscettibile tenente Colombo – due ammonizioni per le timide proteste di Zaniolo e Kabasele – è arrivato così.
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