Udinese, che ricordi! Quel doppio Balbo e Desideri al 90’ con il Foggia che mandò in delirio il Friuli

Abbiamo scelto di raccontare 5 partite della vita. Il Chievo domenica e il Bologna il 3 marzo. L’Udinese è attesa da due partite della vita. Ne ha giocate tante in questi anni anche in questo preciso periodo della stagione. Siamo andati a spulciare negli almanacchi per raccontarne una al giorno e, come segnale beneaugurante, abbiamo scelto quelle che hanno portato la vittoria. Vuole anche essere un modo per stimolare la squadra di Nicola reduce da un inizio di 2019 complicato con appena un punto conquistato nelle quattro gare sin qui disputate nel nuovo anno e dare un briciolo di fiducia a un ambiente depresso e nervoso. Partiamo oggi con Udinese-Foggia 3-2 del 28 febbraio 1993.
Se l’Udinese riuscì ad arrivare allo spareggio-salvezza di Bologna contro il Brescia, poi vinto 3-1, fu quasi esclusivamente per il rendimento casalingo. La squadra allenata da Albertino Bigon non vinse nemmeno una partita in trasferta (sei pareggi), ma in casa viaggiò a ritmo spedito. Al Friuli nella stagione ’92-’93 caddero l’Inter (2-1), il Napoli (2-0), la Fiorentina (4-0), il Parma (1-0), il Torino (1-0) ma una delle vittorie più sofferte arrivò con la squadra rivelazione di quel campionato, il Foggia di Zeman che concluse il campionato al dodicesimo posto.
L’Udinese era partita bene nel ritorno pareggiando 2-2 a San Siro contro l’Inter e superando 1-0 il Parma. Era poi arrivata la sconfitta di Marassi con la Sampdoria che aveva lasciato in eredità qualche problema a Bigon. Si era infortunato Stefano Pellegrini, il difensore più veloce in rosa, l’uomo ideale per contrastare le ali pugliesi. Due le soluzioni: l’esperienza di Renzo Contratto o la duttilità di Massimo Mariotto, un “jolly” voluto espressamente da Bigon e arrivato in prestito dalla Reggina con l’etichetta di centrocampista e poi impiegato un po’ ovunque. Quel giorno fu scelto proprio lui per sostituire Pellegrini e non fu una giornata semplice. L’Udinese ballò in difesa e l’autorete di Desideri al minuto 37’ ne fu un’inevitabile conseguenza.
Provvidenziale fu il gol che Balbo segnò pochi secondi prima dell’intervallo. L’argentino in quella stagione era una macchina inarrestabile (22 le reti alla fine compreso quello dello spareggio di Brescia, secondo nella classifica cannonieri solo a Beppe Signori). L’argentino trovò il raddoppio a inizio ripresa, il Foggia replicò quasi subito con Kolyvanov punta centrale di un tridente completato dall’olandese Roy, che in Italia fallì, e Biagioni che l’estate successiva sarebbe arrivato a Udine per prendere il posto di Francesco Dell’Anno.
Il regista di quel Foggia era Gigi Di Biagio, a quei tempi ventiduenne, che in Puglia sarebbe rimasto per altre due stagioni prima di andare alla Roma dove avrebbe ritrovato il tecnico di Praga. Nell’Udinese non faceva più il regista ma il libero Stefano Desideri inventato in quella posizione da Bigon per sostituire il declinante Mandorlini. E fu proprio Desideri in una sortita offensiva all’ultimo minuto di gara a trovare il gol da due punti e facendo esplodere il Friuli. Desideri esultò facendo l’intero giro di pista dello stadio.
I più giovani non possono ricordare come finì quella stagione. Se qualcuno non gliel’ha raccontato ecco qui. Udinese, Brescia e Fiorentina finirono appaiate a quota 30 punti al quart’ultimo posto davanti ad Ancona e Pescara che retrocedettero direttamente assieme ai viola, penalizzati dalla classifica avulsa. Nello spareggio in campo neutro l’Udinese superò il Brescia 3-1. Va bene tutto, ma per le coronarie certi precedenti è bene evitarli accuratamente.
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