Udine contro Trieste «Domani vinciamo e usciamo dalla crisi»
UDINE. Il 3 dicembre, quando Trieste vinse al pala Rubini contro la Gsa, Davide Micalich andò in mezzo al campo e osservò i festeggiamenti degli avversari. Non disse una parola, registrò con gli occhi quelle immagini e se le portò a casa. Domani alle 18 a Cividale si gioca il ritorno e per il general manager bianconero è giunto il momento della rivincita: «Non è una partita come le altre – afferma –. Lo sport è tante cose, tra cui anche sentimenti di campanile. Per me che sono udinese questa partita è motivo di orgoglio e responsabilità, perché abbiamo lottato anni in serie B per poterla disputare. Ora non ci fermiamo. Vogliamo vincere».
Una partita che oltretutto vale tantissimo per la classifica... «Esatto, loro lottano per i primi quattro posti, noi per schivare i playout. Tuttavia pensiamo anche a questo: Trieste per arrivare a questi livelli ha impiegato molti anni. Noi forse ci stiamo dimenticando di essere appena arrivati. Comunque Lardo è concentratissimo e tutti sono carichi al punto giusto. Con il coach mi ricordo di aver parlato per dieci minuti prima della gara 4 contro Bergamo, molto più rischiosa di questa. Abbiamo cercato di mantenere serenità ed è quello che tuttora facciamo».
Udine parte sfavorita, i tifosi chiedono di giocare col cuore... «Ho vissuto tanti derby – dice ancora Micalich – e spesso partivamo come favoriti, poi le buscavamo sempre. Si parte zero a zero. Non ho alcun dubbio che i ragazzi daranno il 150%. Basta una partita o un canestro per rilanciare una stagione. Se noi vinciamo sarà comunque una stagione super, un film con il lieto fine».
Si gioca a Cividale, non al Carnera, che tra poco dovrebbe tornare disponibile. Rimpianti? «Fa parte del film di cui parlavo. È giusto che Cividale metta il suo mattoncino di storia per averci ospitato nella prima stagione in serie A».
Ha vissuto tanti derby, anche da radiocronista. Il più emozionante? «Li ho vissuti anche da telecronista. L’unico vittorioso è stato l’ultimo (2004, ndr). Una partita senza senso, perché Trieste era già retrocessa. Un altro che ricordo era per la radio. Sulla panchina della Snaidero c’era Frates. Fu mandato via per Pillastrini. Domani vorrei dimenticarmi di quei derby e festeggiare con i miei ragazzi».
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