Cessione dell’Udinese agli americani, Pasqualin si fida solo dei Pozzo
Parla il procuratore: «Preoccupato se il fondo rilevasse il 100% dell’Udinese». Sulla cessione dei tre big a 80 milioni: «Si può fare, ma non in tempi brevi»

Ha dubbi sulle società di calcio controllate dai fondi, e pure sul futuro dell’Udinese qualora dovesse passare al 100% in mano agli americani, ma di una cosa è invece certo l’esperto procuratore udinese Claudio Pasqualin, e sono gli 80 milioni realizzabili entro fine agosto dalle cessioni di Lorenzo Lucca, Oumar Solet e Jaka Bijol.
Sono i soldi che permetterebbero di raggiungere l’obiettivo fissato dall’accordo di massima tra i Pozzo e il fondo Usa, garantito da quel 20% che resterebbe in mano a Gino Pozzo e che gli permetterebbe di chiudere l’operazione, per poi cedere l'intera società.
Pasqualin, ce la farà l’Udinese a realizzare almeno 80 milioni dalla cessione di Lucca, Solet e Bijol?
«Vista l’abilità dei Pozzo direi di sì, anche se non hanno mai venduto con la premura addosso. La fretta, in questo caso, potrebbe far tergiversare i possibili acquirenti, influendo sulle trattative, quindi credo che l’obiettivo sarà raggiunto, anche se non facilmente e in tempi brevi».
Per Lucca vengono chiesti 35 milioni, 30 per Solet e 25 per Bijol. Sono cifre congrue?
«Direi proprio di sì, soprattutto per Lucca, che può accedere a un livello superiore in Serie A, e Solet, mentre per Bijol ho qualche riserva in più perché lo sloveno qualche pausa di troppo se l’è presa».
Lucca vorrebbe seguire Antonio Conte, per Solet e Bijol si parla della Premier...
«Che Lucca abbia le caratteristiche che piacciono a Conte è vero, ma non si può avere tutto dalla vita. Vedremo. Solet ha fatto un figurone e starebbe bene anche all’Inter e alla Juventus, ma in generale in Premier girano più soldi, quindi non mi sorprende il mercato di riferimento per i due difensori».
A proposito di cifre congrue, ritiene che i 150 milioni offerti dal fondo Usa ai Pozzo per l’80% della società o i 180 per l’intero pacchetto siano corrette?
«Sì, specie se si parla di un’offerta apprendibile immediatamente. È una somma difficile da non prendere lasciando una società pulita, anche se al momento non siamo ancora a conoscenza dei termini della possibile operazione. Tuttavia, mi sento di dire che sarei preoccupato se il fondo rilevasse il 100% della società. Leggo che Pozzo potrebbe restare al 20% che è quota bassa, ma che almeno esprime la volontà della famiglia di curare ancora la loro creatura».
Perché sarebbe preoccupato?
«Perché la definizione più ricorrente di “fondo”, nel calcio, porta a un grande flusso di denaro di cui non si conosce l’origine, che rende bene l’idea di una catena di Sant’Antonio. Ormai sembra che il calcio italiano non possa farne a meno, ma attenzione perché se andiamo a vedere, i debiti delle società controllate non diminuiscono, come insegna l’Inter».
Pasqualin, crede che sulla possibile vendita dell'Udinese gravi l’insicurezza dei diritti televisivi?
«Penso di sì. In Inghilterra i diritti bastano, mentre da noi non ce la facciamo, anche perché non c’è tutta quella concorrenza che gli esperti del settore si auspicavano».
Guardando all’Udinese che verrà, intanto Pozzo ha confermato mister Runjaic...
«Rispondo con un perché no? In fondo ha fatto bene al suo esordio in Italia e potrà migliorare dopo avere conosciuto l’ambiente».
La riconferma del tecnico potrebbe essere un problema per la permanenza di Alexis Sanchez.
«C’è un tempo per tutto e a Sanchez gli consiglierei di non insistere, soprattutto perché alle spalle ha lasciato un grande ricordo»
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