Trapani domina il Memorial Pajetta: Udine soffre al Carnera

Al Carnera i siciliani vincono 76-64 contro l’Old Wild West, mentre l’Apu Udine mostra miglioramenti e mentalità, ma deve ancora crescere in serie A

Antonio Simeoli

 

È di un altro livello Trapani, e lo si sapeva, si prende il Memorial Pajetta al Carnera contro l’Old Wild West (76-64) giocando al gatto e col topo per 40 minuti confermando di non essere stata una semifinalista scudetto in maggio per caso. Anzi forse anche più forte.

Udine? Deve continuare a lavorare per diventare una squadra con l’obiettivo di giocarsela per davvero in campionato con Trapani qui. E, credeteci, sarebbe un grande successo perché il salto carpiato dalla A2 alla A è di quelli difficili.

Coach Vertemati si gioca il primo confronto da serie A sempre senza Hickey in America e Alibegovic, Dawkins esce dalla panchina. Intanto è da leccarsi i baffi il duello tutto italiano in regia tra Calzavara e Cappelletti che ha gli occhi della tigre da ex, pure galvanizzato dalla vittoria ai Mondiali di volley della sua Sylla.

Trapani è forte, ma il match è piacevole. Perché l’Apu corre, tira, difende. Certo, la categoria è tosta. Ikangi, ad esempio, appena se ne dimentica si prende una veloce, a proposito di volley, sotto canestro. Perché appena abbassi l’intensità vai sotto. Fisicamente e tecnicamente. E poi i siciliani sono forti. Un esempio? Ad un certo punto entra Ford (magia a fine primo quarto, 15-22 per i siciliani), che a Trento faceva la differenza, esce Arcidiacono (a tratti immarcabile), che giocava in quintetto nei Chicago Bulls. Insomma, triplo applauso al baby Stiepanovic, buttato in campo da Vertemati senza play, che cerca pure di batterlo in palleggio.

Il presidente Antonini, mister simpatia, starà anche sulle scatole a tanti, ma ha una signora squadra. Con quelle guardie da urlo (c’è anche Notae!!), Sanogo ed Eboua è dura. La dozzina di tifosi siciliani - sì l’entusiasmo è tale che arrivano anche per un torneo - canta e se la gode. Anche perché, senza Hickey, Brewton deve fare il play che non è e invece quando può fare la guardia lo fa bene.

Sintesi: meglio sapere subito quanto sa di sale lo pane altrui, come diceva Dante, che scoprirlo fra un mese. La prima cosa cui l’Apu dovrà subito abituarsi è una: palla persa equivale a contropiede e spesso tripla sulla schiena. Ci prova Udine, si avvicina ma Arcidiacono, 18 punti in 20’ altro pianeta, la rimanda a meno 12 all’intervallo (36-48). Ci sta, Trapani è più forte e per di più coach Repesa l’ha torchiata per tre settimane a Kranjska Gora.

Del primo match dell’Old Wild West con una parigrado restano: i miglioramenti nella chimica di squadra, l’attitudine difensiva già a buon livello, un canovaccio di gioco che s’intravede. La mentalità di non mollare mai, che ha consentito a Udine di stare a galla a fine terzo quarto (54-64) e di provare a tornare in scia fino nell’ultimo.

I lunghi? Anche se ha giocato poco Bendzius appare già una certezza, Spencer e Mekowulu sono da rivedere quando i meccanismi della squadra saranno più oliati. E, magari, giocheranno qualche pallone. Per ora manca, ovviamente, la capacità di inanellare 5-6 attacchi buono e altrettante difese. E una partita con Hickey in cabina di regia, mica uno qualsiasi. Dopodichè un reparto guardie meglio di Trapani forse ce l’hanno Milano e la Virtus in serie A. Insomma, non saranno tutte così.

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