Tour de France, Milan sempre più vicino alla maglia verde

Pogacar sul Col de la Loze controlla e poi guadagna altri secondi su Vingegaard. Il friulano è arrivato dentro il tempo massimo ed è a tre tappe dalla maglia verde della classifica a punti

Antonio Simeoli

Tanto tuonò che...piovve. Anzi, grandinò sul Col de la Loze, vetta più alta e temuta del Tour de France. Grandinò dal cielo, ma non in classifica generale. Jonaas Vingegaard aveva annunciato attacchi furibondi za per provare a ribaltare il Tour de France, ma alla fine, sulla terribile pista ciclabile che da Courchevel porta al valico, poco lontano da dove Michael Schumacher cadde con gli sci o, ricordando cose più piacevoli, Deborah Compagnoni vinse l’oro olimpico in gigante ad Albertiville 1992, a ridere è stato il solito padrone del Tour.

E soprattutto, per i colori italici, il friulano Jonathan Milan (Lidl Trek) è arrivato dentro il tempo massimo ed è a tre tappe dalla maglia verde della classifica a punti.

Ma torniamo al padrone. Tadej Pogacar ha risposto all’unico attacco di Vingegaard a 5 km dalla vetta della Madeleine, seconda delle tre di giornata, a oltre 70 km dalla fine. Per ribaltare il Tour il tenace danese della Visma avrebbe dovuto staccare il rivale da lontano, invece, sulla salita finale la squadra dell’attaccante si è persa per strada, invece Pogacar si è ritrovato nel momento decisivo sia Jhonatan Narvaez sia Adam Yates.

Così, con il danese a ruota, la maglia gialla a 500 metri dal traguardo, con pendenze in doppia cifra, ha allungato finendo secondo di tappa e guadagnando 9”. Ora ha 4’26” di vantaggio. È sempre più inattaccabile.

Resta un tappone, quello di oggi con arrivo in salita oltre quota duemila a La Plagne con prima 4 scalate più corte rispetto alle tre lunghissime di ieri ma con pendenze più arcigne.

E proprio oggi si deciderà, sul filo di secondi il terzo posto sul podio di Parigi. Perché il tedesco Florian Lipowitz (Red Bull Bora) si è staccato sulla Madeleine, è tornato sotto, ha provato ad anticipare i due fenomeni verso Courchevel, quindi ha pagato dazio perdendo quasi tutti i due minuti di tesoretto che aveva sull’inglese Oscar Onley (PicNic).

Ora, nella generale, Lipowitz è a 11’01” dal re della Grande Boucle, ma ha solo 22 secondi di margine sul 22enne inglese. Toccherà alle due rivelazioni della corsa tenere vivo l’interesse per le posizioni che contano. Primoz Roglic (Red Bull Bora), che ha provato l’attacco da lontanissimo, ha retto nel finale ma ora è a 12’49”.

Chi invece, sotto la grandine, si è regalato un’impresa da ricordare è Ben O’Connor. L’australiano della Jayco nel tratto pianeggiante prima dell’ultima salita ha approfittato della fase di tregua nel gruppo dei big e si è costruito un finale di gloria. Bravissimo, è uno che ha vinto alla Vuelta, al Giro e al Tour, dove è arrivato quarto nella generale.

Bagnato, stravolto ma felice all’arrivo anche Milan, a 42’36” dal vincitore e poco meno di 6 minuti prima delle Forche Caudine del tempo massimo. In buona compagnia dei velocisti compreso il padovano Alberto Dainese (Tudor).

La maglia verde è sempre più vicina. Ieri all’inizio della prima salita di giornata, il Glandon, ha vinto il traguardo volante. Per lui 20 punti, ora ne ha 332, Pogacar, che ne ha guadagnati invece 17 col secondo posto, è a 257. Insomma, al friulano basterà arrivare a Parigi. Oggi, però, dovrà ancora soffrire sulle salite.

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