Tour de France, Milan a caccia del sogno: ecco la road map per la maglia verde

Il bujese ha 63 punti di vantaggio su Pogacar a metà corsa. Il metodo formichina ai traguardi volanti sarà decisivo

Antonio Simeoli
Jonathan Milan (Lidl Trek) con Tadej Pogacar (Uae) foto petrussi/bettini
Jonathan Milan (Lidl Trek) con Tadej Pogacar (Uae) foto petrussi/bettini

A metà Tour de France tra Jonathan Milan e il sogno maglia verde della classifica a punti da indossare sui Campi Elisi il 27 luglio ci sono tre ostacoli.

Il primo è la corsa, dal primo all’ultimo chilometro una gara, specie una tappa del Tour, è carica di insidie. E su questo non ci si può fare nulla e le insidie sono uguali per tutti.

Poi ci sono le montagne, tutte o quasi ancora da affrontare, non poca cosa per un ragazzone di 1.94 cm che si dovrà portare a spasso su Pirenei, Mont Ventoux e Alpi, probabilmente sotto un sole cocente, 88 kg. Servono gambe e abilità nel tenere lontano il pericolo tempo massimo, la spada di Damocle per un velocista. Ma soprattutto perfetta forma.

Infine i rivali, gira e rigira, per come è messa la classifica della seconda maglia più prestigiosa dal Tour dopo quella gialla (e alla pari con quella a pois di miglior scalatore, per carità) il campione della Lidl Trek dovrà fare i conti innanzi tutto con la maglia gialla “occulta” della Grande Boucle edizione 111, Tadej Pogacar.

 

I vincitori di tappa nella prima settimana di Tour
I vincitori di tappa nella prima settimana di Tour

Lo sloveno della Uae, che cerca il quarto sigillo in Francia, in Alvernia lunedì ha lasciato il simbolo del primato all’irlandese Ben Healy (Ef), animatore principe di una fuga di grandi attaccanti che per una giornata ha lasciato intatti i vertici della classifica per la maglia verde. Pogacar non ha fatto punti perché è arrivato (col grande rivale Jonaas Vingegaard) a oltre 5 minuti dai primi fuggitivi, Milan con gli altri velocisti a oltre mezzora ben al riparo dalle forche caudine del tempo massimo.

La classifica per la maglia verde vede il friulano, che ha potuto tirare il fiato nel buen retiro del team a Tolosa, a 227 punti contro i 163 di Pocagar e i 151 di Biniam Girmay (Intermarche), i 150 della bestia nera Tim Merlier (Saudal), che ha battuto il velocista bujese a Chateauroux e Dunkerque, e i 128 di Masthieu Van der Poel (Alpecin). Per la costanza con cui finora Milan ha raccolto punti ai traguardi volanti in ciascuna tappa, oltre che nelle due volate in cui è salito sul podio e alla vittoria di Laval, è chiaro che l’avversario è Pogacar. Lo sloveno, sulla carta e seguendo il trend da dominatore delle ultime due stagioni e della prima settimana di Tour, può fare potenzialmente bottino pieno nelle tre tappe pirenaiche di domani (Hautacam), venerdì (crono di Peyregoude) e sabato, tappone con Tourmalet, Aspen, Payresourde e arrivo in quota a Superbagneres.

Scontato il numero sul Mont Ventoux, montagna iconica dove non ha mai vinto, il 20 luglio, resta la coppia di durissime tappe alpine del Col de la Loze (con prima Madelaine e Croix de Fer) e La Pagne.

E le volate? Per gli sprinter, a meno che non superino il 16 luglio gli strappi finali verso Tolosa (l’ultimo è da muro delle Fiandre, non è affatto escluso che il friulano ce la faccia) resta la volata di Valence il 21 luglio e, forse, l’ultima di Parigi, anche se le tre scalate a Montmartre potrebbero complicare i piani.

Vero, per le tappe di montagna il vincitore prende 30 punti contro i 50 di quelle per velocisti, ma, al netto dei pericoli della strada e delle montagne, Milan dovrà coltivare il suo sogno ogni giorno continuando a vincere i traguardi volanti da 20 punti.

Il metodo formichina dovrebbe funzionare. Buona notizia: abbiamo analizzato altimetria per altimetria delle ultime 11 tappe, in tutte, anche quelle di montagna il traguardo volante di giornata è in territorio amico per gli sprinter. 

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