Tagliapietra-Cassin, chiusa la vertenza

Lettera di scuse e risarcimento dell’ex difensore dell’Azzanese all’ex attaccante del Sarone: rimessa la querela

PORDENONE

Calcio e aule di tribunale: un connubio tanto in voga in questo momento e che di recente ha interessato anche Pordenone. Niente “combine” o scommesse truffaldine, bensì una gomitata durante un match del campionato di Eccellenza (disputatosi nel febbraio 2009) che avrebbe potuto avere gravi, per non dire gravissime, conseguenze per chi l’ha subita, ovvero l’ex attaccante del Sarone Andrea Cassin. Fortunatamente ora se ne può parlare al passato sia per quanto riguarda i risvolti fisici (Cassin nel frattempo si è completamente ristabilito, tornando pure a giocare nei dilettanti veneti) sia per quelli penali. Cassin aveva ricevuto il nullaosta per rivolgersi alla magistratura ordinaria, querelando l’autore del gesto, l’allora difensore dell’Azzanese Roberto Tagliapietra, nei cui confronti la Procura della Repubblica di Pordenone aveva richiesto nel dicembre 2010 il rinvio a giudizio per l’ipotesi di reato di lesioni colpose gravi. Colpa ravvisata “nella negligenza, imprudenza e imperizia”, con cui era stata sferrata la violenta gomitata al capo del giocatore avversario, il quale aveva riportato la frattura del cranio, con sfondamento di una tempia, ed era stato ricoverato in prognosi riservata e tenuto in coma farmacologico nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Pordenone.

La vertenza si è chiusa in queste ore, con la remissione della querela da parte di Cassin, dopo un’accorata lettera di scuse inviatagli da parte di Tagliapietra, che si è pure impegnato a versare un congruo risarcimento. Transazione firmata, nessun supplemento giudiziale. Un accordo avallato da parte dei due avvocati, rispettivamente Remo Anzovino e Maurizio Mazzarella, che hanno ottimamente consigliato i due contendenti, cercando di indirizzarli verso una definizione della querelle all’insegna del buon senso. Lo stesso Anzovino, che ha sostenuto le ragioni di Cassin, lancia comunque un monito all’intero movimento calcistico dilettantistico pordenonese: «Sono soddisfatto del risultato raggiunto, ma questa storia deve fungere da esempio. Anche nel calcio dei dilettanti non si può pensare che tutto sia lecito e di poter compiere interventi gravi senza subirne delle conseguenze, pagando in prima persona non soltanto sotto il profilo sportivo. E’ un richiamo a un sempre maggiore rispetto del regolamento. Non avevamo nulla di personale contro Tagliapietra, che si era dimostrato dispiaciuto e pentito già subito dopo il fatto, ma si trattava e si tratta di una questione di principio. In tal senso siamo stati positivamente colpiti dalle parole di scuse che ci ha fatto pervenire via lettera e il suo avvocato (Mazzarella, ndr) ha svolto un ruolo altrettanto importante per chiudere la vicenda senza bisogno di celebrare il processo».

Pierantonio Stella

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