Sette leggende dello sport friulano e una raffica d’emozioni

Romanin, Pizzali, Zanon, Boscolo, Vogrig e Marchiol raccontati in un libro. E la storia della portabandiera ai Giochi del ’52 a Helsinki commuove sempre
Udine 28 ottobre 2016 libro in provincia opersonaggi dello sport friulano Copyright Petrussi Foto Press MassimoTURCO
Udine 28 ottobre 2016 libro in provincia opersonaggi dello sport friulano Copyright Petrussi Foto Press MassimoTURCO

UDINE. “Sette personaggi dello sport friulano” raccontati in un libro, dal titolo omonimo, scritto a quattro mani dal professor Faustino Anzil e dal giornalista Luciano Provini e da leggere con la «mente delle emozioni».

Si tratta di atleti di un tempo, che hanno scritto pagine importanti dello sport nazionale e internazionale, facendo i conti con una realtà, quella di 30 o 50 anni, che era del tutto diversa da quella di oggi.

Si tratta della sciatrice Fides Romanin, del giudice di gara Francesco Milano, del ciclista Virginio Pizzali, dell’allenatore Sergio Zanon, del calciatore Enore Boscolo, del pugile Alfredo Vogrig e del pilota Gianni Marchiol.

Ed erano tutti presenti, con la sola eccezione di Zanon, alla presentazione del libro, che si è svolta ieri sera nella sede della Provincia di Udine davanti al presidente Pietro Fontanini e all’assessore allo sport Beppino Govetto.

A moderare l’appuntamento, che ha visto anche la partecipazione di alcuni studenti dell’istituto Stringher, è stato il giornalista Paolo Medeossi, che ha coinvolto sia i due autori, sia i protagonisti della pubblicazione, che hanno raccontato aneddoti e curiosità riguardo la loro vita e attività sportiva.

Ed è proprio questo che il libro vuole mettere in luce, «spaccati di vita nostrana, storie di bambini e di avventure, raccontati da informatori della memoria», come hanno spiegato Anzil e Provini.

Ad assistere alla presentazione, ieri, c’erano moltissimi rappresentanti del mondo dello sport friulano, che hanno ascoltato attenti Fides Romanin raccontare l’emozione di essere stata la prima portabandiera italiana ai Giochi del ’52 a Helsinki, che poi non sono andati molto bene, «perché - ha spiegato - la gara si svolgeva tra i boschi e noi non eravamo abituate a quel tipo di percorso. Ho smesso a 25 anni di sciare, perché a quei tempi noi ragazze pensavamo a sistemarci, a fare famiglia, e non ad altro».

Milano, invece, ha ricordato quel tragico match da lui arbitrato a Pavia nel ’74, che ha visto la morte del giovane pugile Paolo Garioni due ore dopo il ko tecnico.

«Stava vincendo - ha raccontato il giudice -, non aveva preso nemmeno un colpo, l’ho visto accasciarsi e l’ho invitato a rialzarsi, lo ha fatto, ma si capiva che qualcosa non andava. Ho decretato il ko tecnico, e poi purtroppo è andata come è andata».

Tutto questo contiene il libro di Anzil e Provini, che è la decima pubblicazione realizzata in dodici anni dall’Associazione nazionale atleti olimpici e azzurri d’Italia, ma c’è anche molto di più: ci sono storie di documenti falsificati, di carriere iniziate per errore, di un pugile che ha fatto l’attore e di un calciatore più amato di Gina Lollobrigida.

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