Secondo anche nella volata di Caorle: dopo il traguardo c’è Samira a restituire il sorriso a Milan

Il campione bujese battuto da Dainese per soli 6,7 millesimi: è sempre più maglia ciclamino e dopo il traguardo abbraccia il suo amore

Antonio Simeoli
La “banda” da Buja a Caorle per sostenere Jonathan Milan
La “banda” da Buja a Caorle per sostenere Jonathan Milan

CAORLE. Piomba sul traguardo con un potenza devastante, perchè ancora una volta è costretto a una rimonta impossibile per una volata lanciata troppo dietro, si trova davanti appena decelerato la fidanzata Samira, arrivata apposta dalla Germania: se la bacia e abbraccia in attesa del verdetto del fotofinish. Poi, quando a Jonathan Milan dicono che è arrivato secondo di un niente, le scatole gli girano ampiamente.

Milan secondo in volata a Caorle: ad attenderlo gli applausi e il bacio della fidanzata

E, cosa rarissima, il suo sorrido educato da bravo ragazzo lascia spazio alla rabbia per il quarto secondo posto al Giro d’Italia in cinque tappe.

Per un esordiente nella corsa rosa già questo dovrebbe essere un gran risultato, peccato che la quinta, suddetta, volata, il fenomeno 22enne di Buja, l’abbia vinta e stia indossando la maglia ciclamino della classifica a punti, che si conquista anche a suon di volate nel corso delle tappe, nella quale ha un vantaggio abissale in classifica.

giro d’Italia
La fidanzata di Milan esulta: «Il mio Jonny è uno spettacolo, ora bisogna arrivare a Roma»
Jonathan con la sua Samira; a destra la volata di Caorle (a destra il friulano in maglia ciclamino)

Sì, incavolato. Quando gli dicono che è arrivato secondo non riesce proprio a capacitarsene. C’erano i nonni, mamma e papà, il fratello Matteo, altre cinquanta persone arrivate da Buja ad aspettarlo sul rettilineo di Caorle e a spingerlo verso il sogno di portare la maglia ciclamino a Roma, impresa distante ormai “solo” tre tappe anche se cariche di montagne e insidie.

«Gaviria mi ha chiuso in curva, ci siamo toccati, per quello sono partito troppo dietro allo sprint», ci ha detto prima di salire sul podio della premiazione e poco prima che un addetto della sua Bahrain Victorious, che mercoledì 24 maggio l’ha spalleggiato in tutta la giornata, gli facesse vedere sul telefonino la volata.

Inutile dirgli che il suo Giro è meraviglioso, che perdere da uno forte come Dainese si può. I campioni sono così, non ci stanno a perdere. E poi c’era quel successo da regalare alla sua Samira, che si vede lontano un miglio che gli ha rubato il cuore e non poco.

Ha ragione a essere incavolato Milan. All’ultima curva, dopo un contatto con Gaviria, il suo mini-treno guidato dal sempre ottmo Andrea Pasqialon, ha sbandato. Così il campione olimpico del quartetto a Tokyo 2021 ha iniziato i 400 metri del rettilineo finale in dodicesima posizione. Dodicesima, si proprio così.

Domanda? Con un “treno” tutto per lui, alla Cipollini o alla Petacchi, cosa farebbe uno così? Perché lui parte con la volata, mentre davanti Dainese, Michael Matthews, il compagno di quartetto Simone Consonni e gli altri (contanta Italia dentro) sono avanti venti metri e più a sessanta allora. Milan piomba su di loro con una potenza incredibile e si butta sul traguardo. Il fotofinish, beffardo come a Tortona dirà poco dopo: 6,7 millimetri.

Un niente, come niente ci mette Jonny a metabolizzare la sconfitta. «Roma? È dura, ci sono due giorni di montagna», ci dice. Un po’ ci spaventa. Simona Mazzoleni l’addetta stampa del team lo incalza: «Ti vogliamo a Roma». E lui ritrova il sorriso, mentre decine di bambini lo acclamano chiedendo un autografo e dall’altra parte della recinzione la “banda viola” del suo club di Buja lo reclama, aggiunge: «Certo che arrivo a Roma». E chiede: «Davanti all’Altare della Patria dove si arriva c’è pavè?». Il campione pensa alle montagne, ma anche alla volata da regalare a Samira e ai tifosi friulani nell’ultima tappa del Giro.

Poi va sul podio, si prende la ciclamino, stra-blindata dopo i punti presi ieri al traguardo (e ne aveva guadagnati quattro anche a metà tappa al traguardo volante), va al mini bus della squadra che lo attende e trova la fidanzata e la banda di Buja che lo acclama. Ancora Simona, l’addetta stampa, si gusta la scena e dice : «Con Nibali, Colbreli e Landa in Spagna accadeva così». E ha detto tutto. —

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