Samp-Udinese ha un duello in serbo

Basta deve ritrovare continuità e sfida il suo “vecchio” ct
Udinese Dusan Basta (L) fights for the ball with Verona Alessandro Agostini during their serie A soccer match Udinese vs Verona at friuli stadium in Udine, 06 January 2014. ANSA/STEFANO LANCIA
Udinese Dusan Basta (L) fights for the ball with Verona Alessandro Agostini during their serie A soccer match Udinese vs Verona at friuli stadium in Udine, 06 January 2014. ANSA/STEFANO LANCIA

UDINE. Là in Serbia la Stella Rossa è una fede. Un marchio. E l’attuale allenatore della Samp, Sinisa Mihajlovic è uno dei miti della Crvena Zvezda: nel ’91 alzò la Coppa dei Campioni con il biancorosso addosso, si prese la Coppa Intercontinentale dopo sei mesi vestendo la stessa maglia, quando il Marakana era un’autentica bolgia alimentata da 100 mila tifosi.

E quando Dusan Basta era un ragazzino di Belgrado che teneva per la Stella Rossa. Sedici anni dopo la “furia bionda bianconera” sarebbe diventata il vice-capitano della Crvena Zvezda, poco prima di salutare tutti per approdare all’Udinese: una parabola della carriera che assomigliava a quella dello “zio Sinisa”, se si esclude l’apprendistato nello Jedinstvo, a Ub, dove crebbe il campione dei campioni della Jugoslavia e della Stella Rossa, Dragan Džajic.

Dire che domani Samp-Udinese ha anche un duello in serbo è il minimo, anche perchè le motivazioni dei singoli – Miha e Dusan – e i recenti contatti tra il tecnico doriano e l’esterno destro bianconero alimentano una cavalleresca tenzone tra amici-nemici. Prendete Mihajlovic: abbandonata la panchina della Serbia per tornare blucerchiato, dove aveva già fatto conoscere i suoi “missili mancini”, è riuscito a invertire la rotta (verso la zona calda) della Samp a furia di risultati positivi, una striscia bloccata dal Napoli (ma quanti pali!) che Sinisa vuole ricucire contro l’Udinese.

Dall’altra parte Basta. È uno dei veterani che Pozzo ha trattenuto in Friuli la scorsa estate: sembrava destinato all’addio, come Benatia, invece l’Inter ha di colpo scoperto la crisi – che l’ha fatta diventare per tre quarti indonesiana – e Dusan è rimasto in bianconero. Il solito carattere, la solita carica agonistica, ma poca continuità di rendimento, a differenza dei precedenti anni con il Guido in panchina. Si dice che, a livello di subconscio, stia pagando la mancata cessione e che voglia cercare di spaccare il mondo per procurarsi un altro biglietto sul treno della gloria. Che potrebbe portarlo addirittura in Inghilterra il prossimo anno, a casa dell’Arsenal. Voci.

È un dato di fatto, invece, che quest’anno Guidolin gli abbia proposto un ruolo “multitasking”: Basta copre sempre la fascia destra, ma lo fa con modalità differenti a seconda del modulo disegnato dal tecnico di Castelfranco. Così recita da esterno nel 3-5-1-1, ma copre anche lo spot di ala destra nel 4-2-3-1 che l’Udinese ha esibito in più di qualche occasione. Una posizione che Dusan conosce bene perchè è lì che Mihajlovic lo piazzava, quando era commissario tecnico della Serbia, come spesso ha fatto notare lo stesso Guidolin interpellato sul ruolo del “biondo”. Chissà dove se lo aspetta questa volta il “vecchio” Miha.

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