Runjaic "processa" l'Udinese: tutti gli errori da non ripete

Il tecnico, dopo aver confessato di sentirsi confuso, inchioda l’Udinese in sala video. Analizzati i motivi dello stop col Sassuolo, dai gol concessi, all’attacco monocorde

Pietro Oleotto

Runjaic cambia faccia. Da «confuso e arrabbiato, anche con me stesso», come aveva confessato di sentirsi subito dopo aver subito il colpo da ko, si è trasformato in un intransigente correttore di errori, come si è potuto capire dalla dettagliata e corposa sessione in sala video mandata in scena ieri con un titolo piuttosto chiaro: i difetti che hanno permesso al Sassuolo di prendersi i tre punti in palio, vivere una domenica tutto sommato tranquilla riavvicinando in classifica una squadra che dovrebbe essere un’avversaria diretta.

L’Udinese con il pesante ko subito per mano del Milan e le altre tre reti subite al Mapei di Reggio Emilia ha dissipato il tesoretto che aveva messo da parte in trasferta, tra San Siro (sponda Inter) e Pisa, due successi che avevano mitigato anche la mezza delusione del pareggino conquistato all’esordio allo Stadio Friuli - Bluenergy Stadium col Verona. Tutto da rifare, possibilmente senza perdere tempo prezioso, visto che la prossima avversaria in casa sarà il Cagliari che ha gli stessi punti in classifica e la medesima ambizione: non complicare con una partenza poco reattiva il resto della stagione.

Difficile scendere nei dettagli, soltanto gli “studenti bianconeri” che hanno partecipato alla lezione di ieri potrebbero confermare, ma di sicuro si può dire che nella proiezione ci sono gli errori difensivi che, nel giro di 12 minuti, hanno spianato la strada al Sassuolo.

L’ha confessato lo stesso mister Kosta: «Abbiamo concesso dei gol facoli», la sottolineatura che non comprende solo la prestazione di Palma, il classe 2008 inchiodato nell’uno contro uno da Laurenté e Koné. Si tratta solo dello sviluppo finale delle azioni, la prima, come ha evidenziato lo stesso Runjaic, «che nasce da una palla lunga su cui abbiamo difeso male».

Già, prima del cambio di fronte dell’attacco emiliano, da destra a sinistra, è evidente come sia Kristensen nel gioco aereo, sia Solet, portato a scuola da Berardi che smazza l’ennesimo assist della propria carriera, abbiamo un concorso di colpa. In particolare destano qualche preoccupazione i cali d’attenzione del francese, tanto forte ed esuberante, quanto distratto in alcuni frangenti. Già a Pisa se l’era cavata senza pagare dazio.

In fase d’impostazione, fin dalla difesa, l’Udinese è parsa troppo monocorde.Il pallone è arrivato raramente agli esterni in corsa, soprattutto a Zanoli sulla destra, mentre a sinistra Zemura è parso troppo confusionario nelle scelte.

Ne viene fuori così un attacco statico con il pallone spesso e volentieri tra i piedi di Atta anche a 40 metri dalla porta avversaria (uno spreco di talento e opportunità), mentre Karlstrom e Piotrowski nel primo tempo hanno fatto esclusivamente da frangiflutti.

Nella ripresa Kosta ha virato dal 3-5-2 al 4-4-2 con Ehizibue di nuovo in campo per Palma e Miller al posto del polacco per infilare il pallone nei pressi dell’area a Davis e Zaniolo tra le maglie del Sassuolo. È arrivato così il gol del 2-1, poi spento dal tris degli avversari su ripartenza, anche in questo caso piuttosto scolastica e anche questa finita sotto la lente nella sala video.

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