Cuttini, il coach friulano di Padova: «Intelligenza e umiltà, così Porro e Bottolo hanno vinto»

Il tecnico, ex Prata di Pordenone, ha allenato i due freschi campioni del mondo di volley: «Mi sono complimentato con loro, li abbraccerò quando ci affronteremo fra poco, da avversari, nella SuperLega»

Alessia Pittoni
Coach Jacopo Cuttini
Coach Jacopo Cuttini

Talentuosi, determinati, spavaldi. Li descrive così, i due campioni del mondo Mattia Bottolo e Luca Porro, il coach friulano Jacopo Cuttini, che li ha allenati entrambi a Padova in A1 in momenti diversi, e con l’allenatore di Buja hanno esordito nella massima serie per poi spiccare il volo verso i top team.

Luca Porro, peraltro, da tempo si è trasfertito nel trevigiano con la famiglia ed ha giocato anche a Prata di Pordenone, altra rinomata scuola che ha cresciuto tanti campioni del campo e della panchina, come appunto Cuttini che dopo Cordenons e Martignacco è passato daa stagione proprio a Prata prima di tornare a Padova da Head Coach.

Coach Cuttini, stesso ruolo, fisicità simile, Luca e Mattia che giocatori sono?

«Hanno molto in comune. Sono due grandi talenti e, soprattutto, entrambi hanno una capacità innata di leggere le situazioni e “vedere” il gioco prima degli altri. Nonostante un’altezza non eccezionale si vedeva che erano destinati all’altissimo livello tant’è che entrambi, partiti come riserve, in poco tempo hanno saputo conquistarsi un posto nel sestetto titolare. Hanno una grande personalità, non hanno paura di nulla, al limite della sfrontatezza».

Ha visto queste caratteristiche nel loro mondiale?

«Certamente. Mattia giocava per la prima volta da titolare con una enorme responsabilità sulle spalle e lo ha fatto con grande solidità e consapevolezza, Luca in semifinale contro la Polonia è entrato in campo in un momento molto difficile ed è stato determinante, forse non è stato posto tanto l’accento su questo elemento ma per me è stato molto importante».

Talento e spregiudicatezza a volte non bastano per sfondare.

«Assolutamente. Ho allenato diversi giocatori con le loro caratteristiche che però non sono arrivati così in alto. Sia Porro sia Bottolo hanno sempre saputo di dover lavorare tanto, anche più degli altri, per far rendere al massimo il proprio talento. Hanno quindi dimostrato anche una buona dose di intelligenza e di umiltà».

Onore al merito anche agli allenatori che hanno saputo farli crescere.

«Personalmente, con entrambi, proprio alla luce del loro forte temperamento, ho avuto un dialogo molto schietto e ho cercato di fare leva sui loro punti forti ma anche di trovare degli equilibri che compensassero la loro esplosività. E’ chiaro che mi è dispiaciuto vederli partire per club con obiettivi più alti rispetto a Padova, dove lavoriamo tanto proprio per portare alla luce giocatori giovani o talenti inespressi, ma sono molto orgoglioso di ciò che hanno fatto».

Vi siete sentiti dopo la vittoria?

«Certamente, ho scritto a Luca per complimentarmi dopo la semifinale e ho sentito entrambi dopo l’oro. Li abbraccerò quando ci affronteremo fra poco, da avversari, nella SuperLega».

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