Rodolfo Vanoli esalta l’Udinese ritrovata: «A Lecce è stata intelligente, ora è una vera squadra grazie a Cannavaro»
Doppio ex di friulani e salentini, ora allenatore, archivia la gara contro i giallorossi: «Tutti si sono messi nei panni dell’altro con grande collaborazione»

UDINE. «L’Udinese di Lecce è stata empatica, intelligente. E il merito è di Cannavaro, bravo a fare di un gruppo una vera squadra».
È un’osservazione ricca di prospettiva quella che Rodolfo Vanoli ha fatto sull’Udinese vittoriosa a Lecce, là dove il doppio ex ha scorto i giusti comportamenti di un gruppo che si è compattato nel momento più delicato della stagione.
Vanoli, l’empatia che ha notato sarà il fattore decisivo ai fini della salvezza?
«È la base per cercarla con convinzione. Ho visto giocatori che si sono messi a completa disposizione della squadra come mai prima d’ora, mentre prima si vedeva che qualcuno giocava solo per sé. A Lecce, invece, ognuno si è messo nei panni dell’altro con grande collaborazione, al punto che ci si potrebbe anche chiedere perché prima non è stato così. Un bravo dunque a Cannavaro che in poco tempo ha fatto di un gruppo una squadra, là dove altri non erano riusciti».
Tra i vari comportamenti virtuosi quali sono da sottolineare?
«Il grande lavoro sporco fatto da Success che in fase di possesso palla diventava seconda punta mentre in fase di non possesso si abbassava assieme a Samardzic per chiudere le linee. Questa abnegazione si è vista in tutti, così come la concentrazione massimale, e quando ho visto Pereyra che alla fine scherzava con Cannavaro ho avuto la conferma che l’Udinese si è messa sulla giusta strada».
Proprio Cannavaro ha ricordato che la prossima partita sarà ancora più difficile...
«Per questo va sottolineata la bravura con cui ha creato l’empatia, puntando sulle priorità. Adesso non è il momento in cui Fabio deve portare la sua filosofia di gioco, anche se scegliendo i due attaccanti ha dotato la squadra di qualcosa in più. Adesso è tempo di restare sul pezzo e per farlo ha allargato il concetto di titolarità attingendo forze da tutti. Chiaro che esistono i titolari, ma chi entra può fare meglio di chi è appena uscito».
Come nel caso di Davis che si è ripetuto come a Bologna e con il Napoli...
«Ha fatto vedere qualità ed esperienza, sta dando una grande mano, ma resta da capire quanti minuti abbia nella gambe. Per giocare a certi livelli bisogna essere anche preparati».
Vanoli, quanto può avere inciso sulla vittoria di Lecce la presenza di Gino Pozzo al seguito della squadra?
«Mi limito a ricordare che questo è il momento più delicato dell’Udinese negli ultimi trent’anni in cui questa proprietà non solo ha mantenuto il club in Serie A, ma ha precorso i tempi ergendosi a modello di riferimento per l’Atalanta, capendo che il calcio non era più dei giocatori “bandiera”, dei soli italiani. Il tutto, mentre ero allenatore della squadra Primavera e ho visto fallire una dopo l’altra realtà a noi vicine, dalla Triestina al Venezia, al Pordenone».
Ora c’è da preparare la finale salvezza con l’Empoli.
«Avversario che verrà a Udine per innervosire i bianconeri, per non farli giocare e per cercare il colpo a sorpresa. L’Udinese deve sapere ciò che vuole e sono convinto che i diversi valori alla fine prevarranno».
Un fattore che potrà fare la differenza?
«Le palle inattive a favore dei bianconeri, ma soprattutto è l’atteggiamento di squadra che ho visto a Lecce che mi infonde molta fiducia».
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