Rimonta, sofferenza, punti: ecco come Tudor sta salvando l’Udinese

Due gol presi dall’Empoli per ingenuità, reazione con doppio De Paul e Mandragora. Finale in 10 in trincea per tre punti d’oro
Udine, 07 aprile 2019 Calcio Serie A 2018/2019 Udinese vs Empoli Nella foto Rodrigo De Paul, goal. © Foto Petrussi / Ferraro Simone
Udine, 07 aprile 2019 Calcio Serie A 2018/2019 Udinese vs Empoli Nella foto Rodrigo De Paul, goal. © Foto Petrussi / Ferraro Simone

UDINE. Tutto è bene quel che finisce bene. Ci vuole William Shakespeare per raccontare come l’Udinese, novella Elena, innamorata della serie A, ha battuto l’Empoli nello scontro diretto per la salvezza, chiudendo in dieci contro undici – ahi, ahi Orsato forse Zeegelaar è più antipatico di Pjanic? –, sbagliando clamorosamente il gol della tranquillità con Fofana, rimontando per due volte lo svantaggio per piazzare il sorpasso alla fine del primo tempo.

E se l’Udinese è un’Elena shakespeariana, Igor Tudor è il re per come determina il destino bianconero, il re del Friuli in questa commedia calcistica che si sta mettendo bene grazie alle sue mosse: dopo tre partite nella sua seconda avventura friulana è ancora imbattuto, sette punti in classifica tra Genoa, Milan ed Empoli, un'autentica boccata d'ossigeno per evitare le trappole della retrocessione.

In attesa della (probabile) vittoria del Bologna oggi col Chievo, dopo aver registrato l’ennesimo colpo di coda del Frosinone, ora ci sono quattro lunghezze tra l'Udinese e gli azzurri di Toscana, ma a quota 32 Tudor ha anche agganciato la Spal.

Insomma, Tutto è bene quel che finisce bene, non solo per i fasti del ramo inglese nel borgo di Watford, ma soprattutto perché esprime il carattere del tecnico di Spalato che finora ha proposto una minestra sempre differente.

Si è passati così dal 4-3-3 anti-Genoa, al 3-5-2 di San Siro che per riprendere il Milan è diventato un 4-4-2, un 3-5-2 che si è rivisto domenica al Friuli e che all’inizio del duello salvezza non ha convinto troppo, complici le incertezze di Opoku e Samir, portati a spasso da Farias e Caputo troppe volte nel corso della prima mezz’ora che Andreazzoli ha chiuso davanti per merito del gol in apertura del suo numero 11 (arrivato a quota 14 nella classifica cannonieri) e del raddoppio di Krunic, intervallato dalla perla di De Paul, un tiro dalla distanza di una precisione chirurgica che aveva illuso il Friuli. Per la serie: «Taci, taci che oggi ci viene tutto facile». Illusione.

Un’illusione alla quale Don Rodrigo si è ribellato a suon di giocate, a dire il vero. Percussioni, cross per Lasagna (miracolo di Dragowski) e infine quel rigore trasformato che ha riportato il risultato in parità, per mettere la ciliegina sull’azione sull’asse Okaka-Larsen-Lasagna che aveva creato l’opportunità.

Non deve essere stato mentalmente facile mettere nel sacco pallone del 2-2. Pesavano sulle spalle del numero 10 argentino l’errore fatale della gara d’andata e la posizione virtuale in classifica dei bianconeri, un terzultimo posto concretissimo allontanato da quel destro che ha spiazzato Dragowski.

Qualche minuto dopo, sulla respinta della barriera di una punizione del solito Don Rodrigo, Mandragora ha azzeccato la traiettoria vincente. Sul jolly di centrocampo, al secondo gol nella gestione Tudor, vale la pena aprire una parentesi.

Se, come si dice, la Fiorentina lo ha chiesto alla Juventus (che vanta su di lui un costoso diritto di recompra a 26 milioni di euro) come possibile contropartita tecnica nell’ambito dell’affare Chiesa, vuol dire che il ragazzo non è proprio l’ultimo arrivato come sostiene qualche “lamentone” al Friuli. Il problema dei giocatori (giovani) bruciati dall’Udinese è sulla scrivania ai piani alti della società.

Tornando al campo, ieri Tudor nella ripresa ha abbassato gli esterni per correre meno pericoli e ha dovuto soffrire per l’ultima mezz’ora solo per colpa dell’arbitro Orsato che prima ha ammonito Zeegelaar per un intervento plateale su Di Lorenzo e poi l’ha espulso per un tackle sul pallone a centrocampo su Traorè. Inspiegabile se non con la dietrologia.

I cui effetti stanno diventando la malattia di quello che era forse il miglior arbitro italiano prima delle indecisioni sui cartellini gialli a Pjanic in occasione di Inter-Juventus, un anno fa. Un anno fa, quando Tudor stava per prendersi per la prima volta per l’operazione salvezza, quella che sembra davvero la specialità della casa.—


 

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