Restivo un anno dopo pensa agli Europei: «Ma non sono al top»

UDINE. Un anno fa Matteo Restivo entrava nella storia del nuoto italiano. Il 6 aprile 2017, ai campionati italiani assoluti di Riccione, il nuotatore udinese vinceva a sorpresa i 200 dorso, stabilendo il nuovo primato nazionale sulla distanza (1’56’’55) e conquistando il pass mondiale.
Tra pochi giorni il 23enne friulano gareggerà nello stesso impianto e nella stessa manifestazione che lo hanno lanciato nell’olimpo del nuoto. Mercoledì e giovedì sarà in vasca rispettivamente nei 100 e 200 dorso con immutato entusiasmo e sta volta con un dichiarato ambizioso obiettivo: qualificarsi per i prossimi europei. Lo abbiamo intervistato tra un allenamento e l’altro a Firenze, dove frequenta con successo anche la facoltà di Medicina.
Che emozioni ha riportato a galla l’anniversario del record italiano?
«Rivedere le foto di un anno fa sui social mi ha fatto tanto piacere. Il pensiero di quella giornata e di quel risultato mi dà tanta carica, ma stavolta arrivo agli assoluti di aprile con una diversa consapevolezza. Sono decisamente meno teso dell’anno scorso, più sicuro di me stesso».
Come hai vissuto questo anno da campione italiano?
«Dopo aver ottenuto il record mi sentivo in dovere di ripetermi. Pensavo troppo al risultato che avevo ottenuto e ne sentivo la responsabilità. Mi ero caricato di aspettative. Dopo il mondiale, in cui ho gareggiato davanti a migliaia di persone, ho iniziato a metabolizzare quello che era successo. Ora sono decisamente più tranquillo e gareggiare in Italia, seppur a una manifestazione importante, mi pare quasi normale».
L’inizio stagione è stato impegnativo. Ora come ti senti fisicamente?
«È stato molto stancante, ma davvero gratificante. A ottobre sono entrato nel Gruppo sportivo dei carabinieri e ne sono felicissimo, anche se ho dovuto sacrificare qualche allenamento per prepararmi a questo passaggio. Poi sono riuscito a recuperare, anche se non sono allo stesso livello dell’aprile di un anno fa».
Quali sono le aspettative e le ambizioni per Riccione?
«L’allenamento che ho svolto mi fa stare tranquillo. Non gareggio pensando di avere la vittoria in tasca, ma credo di poter fare bene. Nelle gare di avvicinamento non sono stato brillante; del resto il lavoro impostato è diverso da quello dell’anno scorso. Sono in una fase di carico, ma punto a ottenere già ora la qualificazione per gli Europei, in modo da arrivare poi al top durante la stagione estiva. Gareggerò sia nei 100 che nei 200, ma le maggiori ambizioni sono nei 200. I 100 non sono la mia gara e non sempre mi riesce bene. Nei 200, invece, il tempo limite è 1’57”50, un secondo più del mio personale. Ce la posso fare. Ero iscritto anche nei 50, ma non gareggerò».
E gli studi come procedono?
«Il quarto anno di medicina è il più difficile. È normale restare indietro di un paio di esami; credo succederà anche a me, ma conto di recuperare poi il prossimo anno, in cui avrò molto tirocinio. Ho iniziato già ora in “corsia”, trovando grande disponibilità da parte dei docenti a venirmi incontro con gli orari.
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