Redivo felice di restare: «A Cividale sono a casa, possiamo lottare per andare fino in fondo»
Qualificazioni olimpiche in Spagna per l’argentino: «Il mio modo di giocare si adatta benissimo a quello di coach Pilla»

CIVIDALE. Nuova Gesteco? Stesso brillante, motivatissimo Lucio Redivo: fra i colpi in sequenza messi a segno dal sodalizio ducale in avvio d’estate, il rinnovo dell’ex Casale Monferrato è forse l’operazione che più attesta come la Ueb sia già realtà accreditata nel panorama di Serie A2. Mentre così in molti davano il nazionale argentino lontano da Cividale, all’indomani del suo trentello schiaffato all’Apu, in gara 5 play-off, il presidente Micalich stava agendo per estendere il soggiorno della guardia di Bahia Blanca in Friuli.
Eccolo il classe ’94: da innesto jolly a stagione in corso – ricorderete il suo arrivo in sostituzione all’infortunato Clarke in febbraio – a pilastro delle Eagles in vista del nuovo torneo cadetto.
L’abbiamo intercettato in Spagna, dove il cestista sta rispondendo alla chiamata della Seleccion albiceleste: dopo un Mondiale sfumato all’ultimo incontro di qualificazione, ora lo sguardo dei suoi va alle Olimpiadi.
Redivo, per quanto dai più inattesa, la sua conferma è giunta in tempi piuttosto ristretti: in lei era già chiaro l’intento di voler continuare il suo percorso a Cividale?
«Sì, perché penso che quello di Cividale sia un ambiente dove si respira pallacanestro sia dentro sia fuori dal campo. Le persone qui sono molto appassionate e vivono questo sport al 100%: questo è un aspetto che mi piace molto. Giocare qui, col palazzetto sempre pieno, è poi qualcosa che mi dà grande motivazione. Per non parlare del fatto che, da quando sono arrivato, sono stato trattato in modo incredibile da tutti all’interno del club: giocatori, staff e dirigenza».
Sul piano tecnico, quindi, ha trovato dei punti in comune fra il suo bagaglio e quanto richiestole sin dal suo arrivo in gialloblù?
«Esatto: il modo di giocare che lo staff tecnico mi ha sempre proposto si adatta alle mie caratteristiche di gioco. Anche questo ha contribuito a far sì che mi sentissi a mio agio sul parquet. Ma a questo, come ho detto, hanno contribuito un po’ tutti, tifosi della “marea gialla” compresi, ovviamente».
C’è qualcosa, secondo lei, che distingue Cividale dalle altre piazze?
«Penso che qui ci sia grande passione, molta autostima. E questo lo si può vedere in campo. Cividale è una squadra che dà tutto fino alla fine, è una realtà in cui ogni persona dà il massimo per aiutarti e per far crescere il club. Tutto questo è fantastico».
Quando è arrivato a Cividale, a febbraio, si aspettava di vivere una parentesi così felice?
«Così bella e felice non so ma, nei miei pensieri, fin dai miei primi giorni con le Eagles, sono sempre stati positivi. D’altronde, l’avevo detto al mio arrivo: io sono venuto a Cividale per vincere».
Che obiettivi si pone, allora, in vista della nuova stagione?
«Vincere, per l’appunto. Provare a lottare per la vittoria del campionato».
Addirittura?
«Penso che la squadra abbia i mezzi per arrivare dove vuole. A noi giocatori basterà restare uniti e fare tutto quello che lo staff tecnico vuole dando il 100%».
Prima, per lei, un’estate impegnata.
«Sì, nelle prime settimane dopo i play-off mi sono allenato a casa con diversi trainer personalizzati. Ora mi sto preparando per le qualificazioni alle Olimpiadi con la nazionale argentina, ad Alicante. Penso che tutto ciò mi aiuterà ad arrivare a Cividale subito pronto, con un buon ritmo di gioco».
Che clima si respira, là in Spagna, senza prospettive mondiali?
«C’è una bella atmosfera, positiva. Il nostro obiettivo adesso è quello di centrare la qualificazione. Per quanto riguarda la nostra assenza dal Mondiale è vero, fa un po’ male, soprattutto perché nell’ultimo, in Cina, nel 2019, ci siamo giocati la finale. Ora abbiamo mancato l’accesso all’ultima gara utile, dolorosissimo. Ma non ci possiamo fare nulla: ora dobbiamo continuare a guardare avanti e, come detto, pensare alle prossime Olimpiadi».
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