L’Apu del futuro: Hickey confermatissimo, per Johnson dipende dalle scelte tecniche
Niente rookie o scommesse: si punta su giocatori con esperienza in Europa

Esperto del basket europeo, affidabile e, naturalmente di qualità. È questo l’identikit dello straniero ideale per l’Apu 2025/2026 tracciato dal direttore sportivo Andrea Gracis.
Parliamo al singolare, ben sapendo che comunque saranno cinque o sei, a seconda della scelta che farà la società in merito alla formula da adottare: il 5+5 o il 6+6.
Per i meno esperti del basket di serie A: se si tesserano cinque stranieri, in rosa ci devono essere almeno cinque i formati in Italia, se invece gli stranieri tesserati sono sei, almeno altrettanti devono essere i giocatori di formazione italiana.
La certezza
È scontato che Anthony Hickey farà parte anche del viaggio da neopromossa dell’Apu. Il rendimento della stagione conclusa trionfalmente è eloquente, la classe del giocatore idem. “Tony” sta benissimo a Udine e non ne fa mistero, tanto che lunedì 28 aprile alla festa con gli sponsor andata in scena all’Old Wild West di Tavagnacco ha salutato tutti con un “arrivederci” che è molto più di una promessa. In bilico invece Xavier Johnson, su cui i dirigenti dovranno fare delle riflessioni legate a questioni tattiche.
Niente azzardi
Un’altra certezza è che Udine non farà scommesse sul mercato americano. Niente rookie, niente salti nel vuoto. Troppo pericoloso per una matricola che intende assestarsi al piano di sopra e non può permettersi di aspettare l’ambientamento di giocatori a digiuno di pallacanestro europea. «La nostra linea – spiega Gracis – è di scegliere giocatori con almeno uno o due anni di esperienza in Europa, anche se nel basket come nella vita può accadere di tutto. Vorremmo inserire in rosa giocatori che conoscono il livello del campionato, come si gioca nel Vecchio continente, quali sono le nostre abitudini. Crediamo che questi criteri ci potranno aiutare nella scelta. Attenzione, stiamo parlando di stranieri, ma non necessariamente americani: possono essere anche europei. La credenziale d’obbligo è una sola: che sia un buon giocatore».
Tempistiche
«Prima gli italiani» non è uno slogan politico, bensì la filosofia dell’Apu da serie A. Hickey è l’eccezione, in questo momento le principali valutazioni sono in corso sugli italiani da confermare.
Poi si penserà a quelli da ingaggiare, ed è possibile ipotizzare che si cerchi una figura giovane da impiegare anche nel torneo Next Gen, il campionato under 19 a cui partecipano le sedici squadre di serie A. «Non abbiamo ancora affrontato il discorso degli stranieri – prosegue il ds bianconero – ci inizieremo a muovere più avanti. È ancora presto, il 90% dei giocatori sta ancora disputando il campionato. Quanto alla scelta della formula 5+5 o 6+6, dipenderà dalla qualità degli italiani che faranno parte del roster. Decideremo strada facendo, non c’è la necessità di saperlo ora».
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