«Quando a Ovaro mi accoglievano con un cioccolatino»

Francesca Spangaro ha cominciato a lavorare col Carnico «Ho giocato, facevo il terzino. Oggi cerco di essere obiettiva»
Di Massimo Meroi

UDINE. Francesca, quando si è “innamorata” del pallone?

«In maniera inaspettata. Mio padre Amedeo non sopportava il calcio, in casa si seguivano sì e no le partite della Nazionale. Io cominciai con Italia ’90. Ho anche giocato per 3-4 anni con le “Primule Rosse”, facevo il terzino. Sì, picchiavo abbastanza».

La sua squadra del cuore?

«Quando frequentavo le scuole medie avevo una passione per il Milan. I miei idoli erano Baresi, Maldini e Simone. Già alle superiori non facevo il tifo per alcuna squadra. Piuttosto avevo cominciato a preparare un tg sportivo che leggevo da sola davanti alla tv».

Allo stadio?

«Ci andavo raramente. Ero al Friuli per la gara con l’Ajax, vidi anche un Udinese-Milan. Piuttosto passavo le domeniche incollata alla radio ad ascoltare “Tutto il calcio minuto per minuto”. Qualche anno dopo a Cormons ho avuto l’opportunità di intervistare la voce di quella trasmissione, Alfredo Provenzali. Mi sono emozionata tantissimo».

Le sue prime cronache?

«Io sono originaria di Voltois di Ampezzo e ho cominciato seguendo il campionato carnico. Di quel mondo conservo ricordi splendidi e ho anche un pizzico di nostalgia. È vero che una volta a Rigolato, per aver sbagliato il marcatore di un gol, vennero a dirmi due paroline poco gentili, ma poi si scusarono. A Ovaro mi facevano sempre trovare la sedia con scritto “stampa” e una caramella o un cioccolatino».

Il calciatore più piacevole da intervistare?

«Non ho dubbi: Maurizio Domizzi. Non è mai stato banale e argomentava i suoi pensieri. Anche Pinzi in questo senso era uno che diceva sempre qualcosa di interessante. Se devo scegliere invece il giocatore più simpatico allora dico Andrea Coda».

Cominciando a seguirla per lavoro non si è mai fatta prendere dalla passione per l’Udinese?

«Quando sei allo stadio ti fai inevitabilmente coinvolgere, ma facendo questa professione cerco di essere obiettiva».

Francesca, quello del calcio è ancora un mondo molto maschilista?

«Dirò qualcosa di impopolare: sì, è maschilista ed è giusto che lo sia. Una donna non potrà mai parlare di calcio come un uomo a meno che non lo abbia praticato. Finchè si tratta di fare discorsi generali va bene, ma quando bisogna scendere nel particolare allora facciamo più fatica. Poi che la presenza di una donna possa ingentilire il clima questo sì».

Come giudica il momento dell’Udinese? Dopo sette giornate c’è già stato il cambio dell’allenatore ...

«L’aggettivo giusto mi sembra pesante. Da troppo tempo ci sono gli stessi problemi. L’ambiente è bloccato, non ci sono cose nuove da raccontare. E quello che è peggio è che non si riesce a capire cosa possa riservarci il futuro».

In questa settimana si è fatto un gran parlare della protesta dei tifosi che a gara in corso hanno abbandonato la curva. Il suo pensiero?

«Se le proteste sono così civili ben vengano. Capisco che è brutto per chi gioca, ma la reazione dei tifosi va capita. Poi, come succede nei rapporti di coppia, vedrete che dopo la sfuriata, saranno regolarmente al loro posto in occasione della prossima partita. E poi non dimentichiamoci che, nonostante l’ultima annata negativa, sono stati fatti più abbonamenti».

Il calciatore più bello?

«Non mi viene in mente nessuno. E non lo dico perchè pensate che sono imbarazzata. Qualche anno fa avevo un debole per il nuotatore Rosolino».

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