Programmazione, lavoro e ... “fattore c” Eccola qui ricetta di coach Gambarella

IL PERSONAGGIO
Quella di Davide che sconfigge Golia è una storia che, nello sport, a volte, si ripete. È quanto accaduto domenica nella finale femminile di Coppa Regione quando il Maschio Buja, in versione Davide, ha battuto al quinto set il Golia/Virtus Trieste che, alla vigilia, pareva avesse il trofeo già cucito sul petto, forte di una prima fase del campionato di serie C dominata.
A guidare le collinari in questa impresa è stato Stefano Gambardella, da cinque anni sulla panchina di Buja e responsabile tecnico del progetto Friulvolley che vede collaborare Gemona, Artegna e Buja. La vittoria della Coppa è frutto di una perfetta alchimia fra programmazione, lavoro in palestra e fortuna: «Abbiamo preparato la partita in due settimane, mettendo in secondo piano anche la gara di campionato contro la Sangiorgina. Ho “scoutizzato” la Virtus e studiato nei dettagli le traiettorie d’attacco delle schiacciatrici più forti. Abbiamo organizzato una difesa rocciosa che fosse attrezzata ad arginare le loro bocche da fuoco e togliere qualche sicurezza. Parallelamente abbiamo allenato la battuta, per cercare di rendere il loro gioco più prevedibile». In quanto al “fattore c”, Gambardella non ha dubbi: «È vero che avevamo preparato tutto al meglio, ma è anche vero che tutto ha funzionato perfettamente, cosa che spesso non accade. Va anche detto che, in una partita-maratona come quella, la nostra preparazione fisica ci ha permesso di avere più benzina nei momenti decisivi».
La società di Buja, che fino a domenica non aveva neppure partecipato a una finale di Coppa Regione, sta vivendo un sogno. «Per scaramanzia – precisa – ci siamo sempre detti che le nostre possibilità di vittoria erano pari a zero, anche se avvertivamo la sensazione che l’impresa fosse alla portata. Durante il tie-break, sul 13-9 per noi, mi ha sfiorato il pensiero della vittoria, ma l’aggancio subìto sul 13 pari mi ha ridimensionato immediatamente. Per fortuna, poi, abbiamo chiuso la partita». La squadra, che per l’allenatore è fatta da «guerriere e grandi lavoratrici, che viaggiano con un costante 95% di presenze in palestra» conta un’età media di 24 anni, con alcune giovani in rampa di lancio e alcune giocatrici di esperienza. Un team che Gambardella, capace in carriera di vincere campionati in tutte le categorie, dall’Under 16 alle serie C, ha costruito negli anni. «Quando sono arrivato a Buja – spiega – ho compiuto una piccola rivoluzione, tenendo con me solo un paio di atlete, fra cui la capitana Michela Forte e lavorando in prospettiva. La costituzione di Friulvolley ci permette ora di allenare molto anche il settore giovanile per garantirci il ricambio. Per quanto concerne il campionato, continueremo a lavorare per centrare l’obiettivo play-off, non pensiamo alla promozione».
Da allenatore che passa molte ore della giornata in palestra, la dedica di Gambardella, dopo la vittoria della Coppa, va a due sue ragazze: «Michela Forte, la storica capitana che, pur non giocando la finale da titolare, sa come tenere assieme la squadra e Jessica Sturam, che ha sempre una grande voglia di allenarsi anche alla soglia dei quarant’anni. Conciliare la vita professionale quella privata e quella sportiva non è facile e a loro va un pensiero speciale». —
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