La forza di Diana: vive a Udine la vicecampionessa mondiale di Kettlebell Lifting
Diana Urban ha fondato la palestra Steel Lab in via Ipplis. La disciplina è un misto tra arti marziali e pesistica: «Ti insegna a superare i tuoi limiti»

Essere forti. E continuare a esserlo nel tempo, anche quando la fatica è estrema e lo sforzo diventa troppo intenso. «Ed è lì che superi il limite che ti eri posto. Questo “allena” la resistenza mentale, la capacità di andare avanti, anche nella vita di tutti i giorni». Diana Urban, 39 anni, personal trainer, la incontriamo alla palestra Steel Lab di Udine, in via Ipplis, che ha fondato con il socio Gianni Mei.
È rientrata da poco da Busto Arsizio, con al collo la medaglia d’argento ai Mondiali Wksf di Kettlebell lifting (incrocio tra sollevamento pesi e arti marziali). L’emozione è ancora forte. Quella vissuta là, sopra la sua pedana, tra le migliori 270 atlete dei cinque continenti. Lei, la più esile, con i suoi 50 chili, assegnata alla categoria superiore dei 58. «Mi chiamano insetto stecco o formica atomica» sorride. Ma è riuscita, nei dieci minuti prestabiliti, a eseguire 46 ripetizioni e sollevare due Kettlebell da 20 chili ciascuna.
Dietro ai quei dieci minuti, ci sono anni di sacrifici, di preparazione, di allenamenti, di disciplina, di rinunce (con un’alimentazione ferrea). «Mi commuovo a ripensarci al percorso fatto e alla gioia di indossare la maglia della Nazionale» dice. È un sogno maturato da adulta, da quando nel 2019 scopre il Kettlebell lifting per caso, grazie a Francesco Rigoli, che poi diventerà il suo allenatore e che arrivò a Udine per far conoscere questa disciplina. «Fu amore a prima vista e pensare che alla lezione ci ero andata solo per far numero».
Lo sport la affascinava da sempre. Anche se da piccola temeva che non facesse per lei. Nata con un piede torto congenito che l’aveva costretta a due operazioni, praticava solo il nuoto. Cresce, si laurea in scienze economiche e fa carriera in azienda. Nel frattempo inizia ad allenarsi. «Ho cominciato a fare palestra e mi piaceva tanto – racconta – ma volevo capire il perché dei movimenti e quindi ho cominciato a studiare, a frequentare l’Accademia, a prendere diplomi, a specializzarmi finché poi mi sono licenziata per seguire questa passione».
Inizia ad allenarsi nel Kettlebell lifting. «Hai un peso che in ogni momento è in un punto diverso nello spazio rispetto al tuo corpo. È come una danza che comporta una tecnica pazzesca». Per ore, a casa durante il Covid, affina ogni movimento. Lo ripete anche cento volte. «Il mio allenatore mi seguiva a distanza con lezioni online – spiega – poi due volte all’anno andavo ad allenarmi a Livorno con la squadra. Ho iniziato con due Kettlebell da 6 chili e sono arrivata fino alla classe élite da 20 kg l’una. Non ci avrei mai creduto. È uno sport mentale che ti insegna a sopportare la fatica, ad andare oltre il tuo limite».
Diana inizia a partecipare ai campionati italiani, poi si fa conoscere a livello europeo, con un argento, fino al mondiale. «Quando ho finito l’ultima ripetizione ho dato un occhio ai risultati delle altre atlete e vedevo che c’erano numeri più bassi e non ci credevo. Farcela è stato bellissimo» dice. Determinazione, passione, tenacia carnica, Diana ora guarda a ottobre, alle gare di qualifica per gli Europei in Moldavia. «Sono pronta, e non vedo l’ora di tornare sulla pedana».
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