Rei Pullazi saluta Udine: «Esperienza intensa e vincente. Ora voglio la terza promozione a Scafati»

Il lungo lascia l’Apu dopo quattro mesi e una promozione: «Tifosi splendidi, squadra e staff da applausi. In Campania per un progetto ambizioso»

Giuseppe Pisano
Rei Pullazi ha 31 anni
Rei Pullazi ha 31 anni

 

Due promozioni in dieci mesi e la terza già nel mirino. Rei Pullazi ci ha preso gusto, ma prima di iniziare a sudare per la Givova Scafati c’è da chiudere degnamente il capitolo Apu: è durato soltanto quattro mesi, ma è stato foriero di una raffica di soddisfazioni.

Pullazi, il suo periodo udinese è stato breve ma piuttosto intenso.

«Sì, decisamente. Mi sono presentato con un obiettivo dichiarato e l’abbiamo raggiunto. I quattro mesi a Udine sono volati e sono stato fortunato di poterli condividere con dei ragazzi clamorosi, uno staff di livello, una società organizzata e dei tifosi fantastici, che non ci hanno mai fatto mancare il loro sostegno».

Il suo inserimento è stato rapido, sembrava fosse all’Apu sin da agosto. Concorda?

«Sì e devo dire che è stato merito dei compagni, che mi hanno accolto alla grande, e dello staff tecnico che mi ha subito dato indicazioni precise su ciò che serviva alla squadra. Un po’ di merito me lo prendo anch’io per essere entrato in punta di piedi nel nuovo ambiente e aver fatto un passo indietro quando era necessario».

Vertemati in visita al nostro giornale dopo la promozione la definì il Pippo Inzaghi del basket, uno che trasforma subito la palla buona. Si riconosce in questa definizione?

«Lo ringrazio, nella mia carriera ho imparato a farmi trovare pronto giocando in squadre forti. È chiaro che è più facile essere dentro al match se giochi 30’, giocando meno ti devi specializzare. In questi anni col lavoro sono migliorato ed essere subito pronto è diventata una mia caratteristica. Ora però voglio migliorare ancora, sono uno che non è mai soddisfatto e ambisce sempre a qualcosa in più: ogni giorno voglio essere l’1% in più del giorno prima».

Che impressione le hanno fatto Udine e il Friuli?

«Sono stato benissimo, mi spiace solo di non aver avuto il tempo per girare di più. Udine è bellissima, l’ho girata con la famiglia e i miei compagni. In più ho apprezzato le montagne friulane e anche Trieste, sebbene ci sia rivalità con Udine. Il Fvg è una regione che offre tantissimo, ci sarei rimasto volentieri».

Le piace la nuova Apu?

«Sì, è una squadra con il giusto mix di scommesse ed esperienza. Adriano l’ha costruita bene, per la sua pallacanestro: c’è talento, fisicità e atletismo. Sono convinto che farà bene».

Perché ha scelto Scafati?

«Mi ha voluto più di tutti. Sono stato corteggiato da subito, il patron Longobardi mi ha trasmesso la sua passione e mi ha illustrato il suo progetto ambizioso. Può sembrare un posto difficile, ma a Scafati si respira basket da tanti anni. E poi ho l’obiettivo di centrare la terza promozione in tre anni: è una bella pressione. Servirà, come in tutti i campi della vita, un pizzico di fortuna».

Un buon portafortuna è “Lollo” Caroti, tre promozioni in quattro anni che giocherà ancora con lei a Scafati.

«Sono felice, ci siamo sentiti ed è bello poter ripartire con lui, così come con altri ex compagni come Marco Mollura e Bruno Mascolo. Aver giocato assieme aiuta ad accelerare l’intesa».

Vuol lasciare un saluto al popolo udinese?

«Auguro il meglio ai tifosi dell’Apu. Ho conosciuto gente fantastica, sono contento che ora potranno godersi la serie A. Sarà un anno di adattamento alla categoria, magari si vincerà un po’ meno, bisognerà stare vicino alla squadra e so che lo faranno. Dico grazie a tutti, tornerò al Carnera e sarò il primo tifoso dell’Apu». 

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