Pizzul racconta la “sua” Nazionale: «Non era colpa di Zoff nel 2000»

La voce storica della Rai apre la scatola dei ricordi tra rigori e sorprese 
Udine 20 Marzo 2019 ita finl presentazione Agenzia Petrussi foto Turco Massimo
Udine 20 Marzo 2019 ita finl presentazione Agenzia Petrussi foto Turco Massimo

Ha raccontato le partite dell’Italia in cinque Mondiali, quattro Europei, qualificazioni comprese e amichevoli, dal 1986 al 2002. Bruno Pizzul, una delle voci Rai più conosciute, ha però di questo lungo periodo di tempo accanto agli azzurri cinque ricordi più belli e indelebili, iniziando dal suo esordio ai microfoni della telecronaca.

«Era il 1986, Mondiali a Città del Messico. La telecronaca di Italia-Bulgaria era affidata a Nando Martellini, che era il titolare nel ruolo, ma ebbe un malore proprio nel giorno della partita, così vennero a prendermi all’aeroporto e mi portarono direttamente allo stadio per fare la partita. Non fu un match indimenticabile dal punto di vista tecnico, ma perché era stata tutta una situazione particolare».

Da allora, praticamente, Pizzul ha raccolto il testimone di Martellini e ha vissuto da vicino gli appuntamenti più importanti della Nazionale. Anche quelli non vittoriosi.

«Una della partite che ricorderò sempre è la finale dell’Europeo nel 2000, quando in panchina c’era Zoff. Allora perdemmo per la dabbenaggine di alcuni giocatori, ma un importante uomo politico di allora (Berlusconi leader di Forza Italia ndr) diede tutta la responsabilità al ct, che si dimise. Ma accanto a questo, ci fu il comportamento inaccettabile della polizia e dei funzionari olandesi che attaccarono i nostri tifosi diversamente abili in carrozzina. Non volevano farli entrare nonostante ne avessero il diritto, e andarono di mezzo anche alcuni colleghi giornalisti che stavano documentando il fatto. È stato un episodio molto brutto».

Ma Pizzul ha raccontato anche le partite di Italia ’90. «E quella semifinale giocata a Napoli con l’Argentina. Tutto lo stadio faceva il tifo per Maradona più che per l’Italia. Poi i tifosi però si pentirono e cambiarono i toni. Fu un peccato, perché quella Nazionale avrebbe meritato di vincere il Mondiale, era una buona squadra, e invece uscì proprio in quella occasione».

E poi la finale a Usa 1996. «Come dimenticare quella partita? A Pasadena sbagliarono i rigori i due calciatori a quel tempo più prestigiosi, Baggio e Baresi».

Ma se Pizzul ricorda bene il suo esordio, non può scordare la sua ultima partita: amichevole Italia-Slovenia a Trieste nel 2002: «Quasi scoppiava la terza guerra mondiale sugli spalti. Li avevo avvertiti di non giocarla lì quella partita, ma non mi hanno ascoltato». —

S.D’E.

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