Pasqualin: "Sì, guadagna tantissimo: le regole glielo permettono"
Parla l’avvocato-procuratore: «È stato Blatter a modificare i regolamenti mi auguro che Infantino decida di riproporre un esame per diventare agente»

VIALLI AL CHEALSEA:GIANLUCA VIALLI INSIEME CON IL SUO AGENTE CLAUDIO PASQUALIN ALLO STAMFORD BRIDGE,INDOSSA LA MAGLIA DEL CHELSEA,NELLA CUI SQUADRA MILITERRA' NEL PROSSIMO CAMPIONATO.
UDINE. «Sono convinto che alla fine Donnarumma firmerà col Milan». Claudio Pasqualin abbozza la sua previsione sul caso del momento, uno dei tanti, legati al calcio mercato, che l’esperto procuratore ha visto nella sua lunga carriera intrecciata di conoscenze, rapporti e di quelle trattative che sono il sale di tutto e che vanno considerate sempre in continua evoluzione fino a quando la firma non viene apposta sul contratto. Ed è proprio questo saper soppesare persone e situazioni che fa di un procuratore un buon procuratore, una figura professionale mutata negli anni e in parte sconvolta da Raiola.
Pasqualin, partiamo dal rifiuto al rinnovo col Milan da parte di Donnarumma, che molti vedono pilotato da Raiola.
«Io l’ho vista come una vicenda esclusivamente di denari. Non essendo nella vicenda il mio è un parere di pelle, ma si sa bene che i numeri li sapevano solo loro e i numeri che contano non sono quelli del Milan, bensì quelli delle offerte in arrivo da altre pretendenti».
In tutta questa vicenda sembra che sia il procuratore Raiola l’attore principale e non Donnarumma.
«Attenzione però, perché Donnarumma è maggiorenne ed è capace di intendere e volere. Chiaro che il ragazzo può essere condizionato, ma decide lui. E poi va detto che finora non è stata violata alcuna regola e che le responsabilità delle iniziative sono state condivise da entrambi».
Secondo lei come andrà a finire?
«Ho la sensazione che firmerà col Milan, perché so che tutto evolve nelle trattative e che l’importante è non mandarsi a quel paese definitivamente tra le parti. Adesso i commenti sono stati severi, probabile che a Raiola non sia piaciuto a pelle Mirabelli, ma Montella è andato a parlare a casa dei genitori di Donnarumma ed è un gesto importante».
Pasqualin, è certo che il signor Raiola sta comunque facendo il bello e cattivo tempo, palesando una certa scaltrezza, dando al procuratore l’immagine di un professionista senza scrupoli.
«É il classico esempio del quale l’apparenza inganna. A me sembra abile e intelligente. Io l’ho conosciuto quando faceva da interprete nei trasferimenti che venivano dall’Olanda».
Insistiamo. Ma qual è il segreto di Raiola?
«Che vuole che le dica, se ne può parlare, ma è certo che nella sua attività è molto importante l’avvocato Rigo, senza il quale Raiola non fa una mossa, perché Raiola possiamo vederlo come un broker che ha un riferimento giusto per ogni settore, dal punto di vista legale a quello medico, ma le competenze e la capacità di estendere il contratto dovrebbero essere le sue. Invece così l’avvocato scade ad avvocato del boss, e lo dico sapendo che in questo contesto si cerca di affermarsi con l’attivismo e la furbizia. Quello che fa clamore è che prende tutti quei soldi, ma solo perché è il sistema che lo consente».
Si riferisce a una deregulation della professione che sembra molto cambiata negli anni. Che dice?
«Certo. É stato Blatter a portarla e ora spero che Infantino, nuovo presidente della Fifa, riporti delle regole invocate da tutti. Basti sapere che ora non serve neanche la laurea e che chiunque può diventare agente o procuratore senza esami particolari. Una scrematura sarebbe opportuna, ora invece c’è solo l’obbligo di avvertire la federazione che hai il mandato su un giocatore, potendolo avere anche dalla stessa società, con percentuali elevate rispetto a quando cominciai io, dove al massimo si prendeva il 5%».
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