Parlato, voto alla Madonna A piedi nudi a Medjugorje

PORDENONE. Un campionato non si vince spesso. Qualcuno, addirittura, chiude la carriera a mani vuote. Così, quando l’evento si verifica, bisogna festeggiare a dovere, oppure – più spiritualmente – si...
CALCIO SERIE D: ESTE - PORDENONE 1-2 E FESTA PROMOZIONE
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PORDENONE. Un campionato non si vince spesso. Qualcuno, addirittura, chiude la carriera a mani vuote. Così, quando l’evento si verifica, bisogna festeggiare a dovere, oppure – più spiritualmente – si fa un voto a un santo. Come hanno fatto Carmine Parlato e il suo staff. Nella notte tra lunedì e martedì, si sono recati a Medjugorje: 1500 chilometri in auto “sobbarcati” da lui, dal preparatore dei portieri Michelangelo Mason, dal preparatore atletico Alan Marin e dall’allenatore in seconda Franco Dall’Anese. Un ringraziamento alla Regina della Pace, cui tanti sportivi sono devoti. «L’abbiamo deciso dopo il ko col Giorgione – confida Parlato –: nel momento peggiore della stagione ci siamo rivolti a lei».

Il voto. Medjugorje è nella repubblica di Bosnia-Erzegovina, in una regione nella quale la gente si sente croata, parla croato, è cattolica. È soprattutto un luogo sacro da oltre 30 anni. Nel 1981, cinque veggenti affermarono di ricevere apparizioni della Vergine. La chiesa si è spesso tenuta distante da questa posizione. Ci credono invece Carmine Parlato e il suo staff. In particolare il trainer, che è un uomo molto religioso. Frequenta la chiesa cattolica, è praticante. Questo voto era in programma se tutto andava bene. «Una scelta presa da me e i miei collaboratori – spiega –: ci ha compattati. Ci ha guidato la fede verso la chiesa e anche la Madonna ci ha aiutati». I giorni post-sconfitta col Giorgione sono stati i momenti più duri. La squadra era scivolata a meno 2 dal Marano, Lovisa non ci credeva più. Il tecnico e il suo staff, invece, temevano il peggio ma ci credevano ancora. Sette giorni dopo, il blitz a Belluno e l’aggancio in classifica.

Il viaggio. Parlato e i suoi sono partiti alle 22.30 di lunedì sera: sono arrivati a destinazione alle 6.30. Tre ore di cammino, che va a fatto a piedi nudi. Alle 9.30 sono ripartiti per Pordenone, dove sono arrivati alle 17.30 di ieri. Un viaggio faticoso, ma che andava fatto. Tanti altri sportivi ne sanno qualcosa: per dire, uno devoto alla madonna di Medjugorje è Roberto Mancini, attuale tecnico del Galatasary. Ma anche Gigi Buffon si è recato in Erzegovina, i presidenti di Atalanta e Parma Percassi e Ghiardi. Extra-sport, il giornalista Paolo Brosio, capostipite di questa famiglia. «Lo volevamo fare. Ringazio i miei collaboratori per il loro lavoro». Pieno di qualità: grazie a Marin, la squadra ha avuto benzina sino alla fine; con Mason è cresciuto Capra, oltre che Careri; il lavoro di Dall’Anese sulle squadre avversarie si è rivelato determinante. Ora lo staff è di nuovo a Pordenone, pronto a scendere in campo per la ripresa degli allenamenti. Sarà stanco ma appagata, ancor più in pace con se stesso. Un viaggio del genere ritempra. (a.ber.)

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