Ora a Godia si gioca in nome di Sergio Manente

Il campo sportivo è stato intitolato al grande campione dell’Udinese, della Juventus e della Nazionale

UDINE. Da sabato sera il campo sportivo di via Bariglaria a Godia ha un’intitolazione importante, quella dedicata al grande campione di calcio Sergio Manente. La scelta è stata oculata e circostanziata, voluta dal presidente della commissione Toponomastica del Comune di Udine, Franco Della Rossa. «Si tratta di un uomo, un udinese, che ha vestito non solo la maglia della squadra della sua città – spiega il consigliere comunale – , ma che ha vinto titoli con la Juventus e ha rappresentato anche l’Italia in Nazionale. Insomma, un nome importante per il nostro calcio».

A rappresentare la famiglia Manente, sabato sera alla cerimonia ufficiale a Godia, il figlio Maurizio, che è anche impegnato a promuovere le attività sociali del circolo sportivo intitolato al papà. Sergio Manente ha iniziato la sua carriera calcistica nel 1938 con i ragazzi dell'Udinese; quattro anni dopo entrò a far parte della prima squadra, in serie B. Nel 1944 passò all’Atalanta in serie A, dove rimase per due anni, fino a quando lo chiamò la Juventus. Restò a Torino per sette anni e fu convocato in Nazionale. Con la maglia della Juve vinse due scudetti, nel 1950 e nel 1952. Giocò, quindi, due stagioni nel Lanerossi Vicenza e chiuse la carriera con la sua squadra del cuore, l’Udinese. Alla cerimonia erano presenti anche il consigliere regionale Vincenzo Martines, il vicesindaco di Udine, Agostino Maio, i consiglieri Della Rossa e Scalettaris, alcuni rappresentanti della Figc regionale, tra cui l’ex presidente Cuoco, il presidente dell’Associazione Udinese club, Edy Morandini, accompagnato dal rappresentante della Destra Tagliamento, Giovanni Lazzaro, e molti rappresentanti della società della Fulgor Godia, che ha in gestione l’impianto sportivo e che ha consegnato a Maurizio Manente la maglia con il numero 3 (quello del papà, terzino) firmata da tutti i presenti. La cerimonia è stata anche occasione per rinnovare il ricordo ai defunti tributato ogni anno dalla società. Tutti i partecipanti si sono radunati assieme a don Olivo, parroco di Godia, attorno a un cippo che da 14 anni ricorda la prematura scomparsa di due giovani calciatori della Fulgor, Mario e Roberto. «Da quando c’è questo campo – ha spiegato il ds della società Mirko Bortolin – ci riuniamo per ricordare chi non c’è più e, accanto ai due ragazzi, abbiamo voluto rivolgere un pensiero anche a due ex dirigenti della società, Albino Gentilini e Giancarlo Missio».

Simonetta D’Este

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