Okaka-Zeegelaar-De Maio: sì, il mercato ha funzionato

Analisi di una stagione contraddittoria. Conquistata la salvezza, andiamo a svelare quali sono state le cinque carte che hanno permesso all’Udinese di conquistare la permanenza in serie A.
La prima riguarda le scelte fatte sul mercato a stagione in corso. Diamo a Cesare quel che è di Cesare. In questo caso Cesare è l’Udinese intesa come proprietà e come dirigenza: Gino Pozzo e Daniele Pradè, per essere più precisi. A gennaio le perplessità sulle scelte di mercato erano state parecchie: Okaka, Zeegelaar e Wilmot dal Watford, De Maio dal Bologna, Sandro dal Genoa. Non sembravano esattamente le soluzioni ideali per portare la barca in salvo. Forse la pensava così anche Davide Nicola, anche se poi l’ex tecnico bianconero non si è mai espresso pubblicamente in questo senso.
A lungo andare, però, i fatti dicono che l’Udinese è riuscita a raddrizzare una stagione che si era messa malissimo anche grazie al contributo dei nuovi innesti, tre in maniera particolare: Okaka, Zeegelaar e De Maio. «Era comprensibile che ci fossero delle perplessità su di loro: avevano giocato poco e niente. Però il nostro ruolo è quello ci fare delle scelte e prenderci delle responsabilità». Pradè, facendo questo discorso, coinvolgeva anche Sandro che sul campo in realtà non è stato poi così determinante come gli altri suoi compagni di ventura.
De Maio, riserva di Danilo al Bologna, in bianconero ha raccolto 15 presenze di cui 12 da titolare. Era in panchina a Genova con la Sampdoria e ha saltato il Chievo per squalifica. Le altre le ha giocate tutte. È risultato prezioso soprattutto nel momento in cui si è infortunato Ekong: Tudor ha messo lui al centro della difesa e il francese lo ha ripagato con prestazione convincenti.
Okaka, arrivato ai primi di gennaio, di presenze ne ha messe assieme 16, di cui 11 dal primo minuto. Ha segnato sei gol, spalmati in quattro gare: è risultato inutile solo il primo, quello con il Parma. Stefano ha rotto il ghiaccio nella gara con il Genoa e poi ha firmato le due doppiette con Frosinone e Spal. Una delle sue partite migliori l’ha giocata a San Siro contro il Milan: entrato al 10’ della ripresa, ha rivoltato la gara come un calzino e fu lui a dare il là al micidiale contropiede dell’1-1.
Sono 12 le partite in bianconero di Marvin Zeegelaar, 11 da titolare. Non è più un ragazzino (classe ’90) ma in A ha dimostrato di saperci stare. È stato Tudor ha tirare fuori il meglio dall’olandese. E adesso la domanda è: di questi tre quanti verranno confermati? Azzardiamo una risposta: solamente De Maio.
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