Oggi c’è il Mortirolo Ma sentite Contador «Zoncolan più duro»

La maglia rosa omaggia la salita carnica: «Non dà un attimo di respiro» Oggi chi ha le gambe proverà ad attaccarla nella tappone dell’Aprica
Di Antonio Simeoli
Spanish Alberto Contador of Tinkoff Saxo Team (R) and Fabio Aru of Astana Pro Team (L) on the way of the 15th stage of the 98th Giro d'Italia, Tour of Italy, cycling race between Marostica and Madonna di Campiglio, 24 May 2015. ANSA/CLAUDIO PERI
Spanish Alberto Contador of Tinkoff Saxo Team (R) and Fabio Aru of Astana Pro Team (L) on the way of the 15th stage of the 98th Giro d'Italia, Tour of Italy, cycling race between Marostica and Madonna di Campiglio, 24 May 2015. ANSA/CLAUDIO PERI

INVIATO PINZOLO. C’è il Mortirolo, la maglia rosa Alberto Contador è pronta ha respingere gli attacchi dei suoi avversari? Mah, a rigor di logica saranno ben pochi in gruppo quelli che oggi da Pinzolo all’Aprica riusciranno ad attaccarlo. Ma il Mortirolo è un totem. Nel quartier generale della Tinkoff a Pinzolo, nel giorno di riposo, inevitabile la domanda dei giornalisti al leader incontrastato del Giro: «È il Mortirolo la montagna più dura che hai scalatato?». Contador è glaciale: «Es un puerto muy duro, ma lo Zoncolan es lo Zoncolan».

Sì, il corridore faro nei grandi giri negli ultimi anni, quello che punta a realizzare la doppietta Giro-Tour, snobba il gigante della Valtellina e lancia un assist mondiale alla montagna della Carnia. «Lo Zoncolan è più duro del Mortirolo e dell’Alto de Angliru in Spagna, perché lo Zoncolan non concede attimi di respiro». Svegliatevi operatori turistici del Friuli Venezia Giulia e enti che si occupano di turismo: questo è un assist per promuovere la montagna della Carnia nel mondo... Speriamo bene. La maglia rosa conosce bene lo Zoncolan; nel 2011, al Giro, lo scalò in maglia rosa nella tappa in cui ci fu la cancellazione (bufera inclusa, non meteo) del Crostis, vetta che il clan di Contador, in testa il suo ex ds Bjarne Riis, fece di tutto per evitare.

A quattro anni di distanza il campione spagnolo, alla vigilia del Mortirolo, non ha dimenticato le pendenze carniche. Poi ha detto di volersi difendere nel tappone di oggi e di non aver alcuna intenzione di attaccare visto il vantaggio rassicurante. Il Mortirolo lo conosce bene avendolo affrontato nella penultima tappa del Giro 2008 (vinto).

Oggi chi lo attaccherà? Meglio riformulare la domanda: chi avrà le gambe per provare ad attaccare la maglia rosa? Di chimicamente sospinti in questo Giro, per fortuna, non ce ne dovrebbero essere. Fabio Aru, (rischiamo, visto quello che è accaduto in vent’anni di ciclismo, ma il sardo è garanzia di serietà) ha la squadra più forte e ci proverà. Non ha detto: attacco, spacco tutto, conquisterò la maglia rosa, chiariamolo subito. Non è tipo da piazzate del genere. Realisticamente ha detto questo: «Contador è un campione, sarà difficile soffiargli il Giro d’Italia, ma io non correrò per il secondo posto, anche se la seconda piazza dietro un fuoriclasse del genere sarebbe comunque un gran risultato». Chapeau. Aru è un ragazzo intelligente, basta sentirlo parlare. Professionista serio sentite come ha raccontato il suo giorno di riposo. «Colazione, uscita di due ore in bici, pranzo, conferenza stampa, sponsor, riposo poco. Quasi era meglio correre». E un rammarico. «La mia fidanzata Valentina e i miei genitori sono riuscito a salutarli stamattina (ieri ndr) per 15 minuti. I miei genitori non li vedevo da 5 mesi per preparare il Giro d’Italia». Storie da corsa rosa. Pentito di questi sacrifici? «No, voglio diventare un corridore forte, ho la fortuna di avere una famiglia che mi appoggia nei sacrifici. Ho 24 anni e spero di essere all’inizio di una lunga carriera». Non usa mai la parola campione Aru. L’ha usata per lui Contador. «Sì, Alberto mi stima, parliamo spesso prima della corsa, alla Vuelta dell’anno scorso dopo una vitoria di tappa mi ha pure fatto i complimenti chiamandomi “campeòn”, non si è complimentato solo con Landa dopo la vittoria a Madonna di Campiglio...». Già Mikel Landa. Il gregario di Aru è il lotta per il podio, vola in salita. Potrebbe essere lui l’attaccante di giornata sul Mortirolo. E il costaricano Andrei Amador? L’abbiamo incontrato ieri alla partenza dell’allenamento Movistar: Insomma, non attaccherà.

Bye Bye Richie Porte. A bordo del suo motorhome ha lasciato il Giro d’Italia.

@simeoli1972

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto