Obossa, la calma prima della tempesta: «Io leader della Cda? Non mi spaventa»

VOLLEY. La schiacciatrice emiliana originaria del Benin è la migliore nel suo ruolo in tutta la serie A2 femminile 
Alessia Pittoni

l’intervista



Difficilmente la vedremo urlare in faccia a un’avversaria dopo un attacco o un muro vincente. La ventiduenne Josephine Obossa, opposta della Cda Talmassons, in campo preferisce mantenere la calma. A parlare ci pensano i numeri: fin dalla prima giornata la schiacciatrice emiliana domina la classifica di rendimento di tutta la A2 nel suo ruolo. Primato che le è momentaneamente sfuggito (la statunitense Okenwa, prima, ha giocato però due gare in più) ma che fotografa l’importanza che la giovane attaccante riveste nello scacchiere della squadra in fucsia. Josephine, sei arrivata alla Cda dopo due campionati in panchina in A1.

Ti aspettavi di essere una top scorer?

«Ho iniziato la stagione con le migliori intenzioni ma non immaginavo di fare così bene. Certo mi fa piacere stare in cima alla classifica di rendimento individuale ma i punti fatti fotografano solo parzialmente il valore di una giocatrice».

L’arrivo alla Cda doveva essere, per te, un rilancio. Obiettivo raggiunto?

«Dopo le entusiasmanti stagioni a Sassuolo, in A1 ho giocato davvero poco anche se è stata una bella esperienza. Desideravo mostrare cosa avevo imparato e mettermi in gioco: le cose stanno andando bene ma posso fare di più».

In che cosa vuoi migliorarti?

«Sto lavorando per cambiare il modo di stare in campo e di gestire certi palloni e soprattutto per ridurre gli errori quando comincio ad avvertire la stanchezza. E voglio trovare continuità in battuta».

Senti il peso di essere il principale terminale d’attacco della squadra? Soffri il duello a distanza con le colleghe di reparto avversarie?

«Trovarmi alla mia età a giocare in un ruolo importante in una squadra che punta a fare bene è molto stimolante. La responsabilità la avverto ma per fortuna ci sono le mie compagne che mi aiutano molto. Riguardo alle avversarie, io gioco la mia partita, se vinco il duello a distanza ma la mia squadra perde non ci guadagno nulla».

In campo mantieni sempre un certo aplomb.

«Ho un carattere riservato, cerco sempre di mantenere la calma e rimanere sui miei obiettivi. Mi conosco e se in partita comincio ad agitarmi perdo la testa e non riesco a esprimermi sui miei livelli».

Raccontaci delle tue origini.

«I miei genitori sono arrivati a Napoli, dove sono nata, dal Benin, un piccolo Stato dell’Africa confinante con la Nigeria. Quando avevo circa due anni ci siamo spostati in provincia di Modena dove ho vissuto tutta la mia infanzia».

Il tuo approccio con il volley?

«Unica vera sportiva della famiglia, ho iniziato nella squadra del paese poi, a 15 anni, i miei dirigenti mi hanno accompagnato agli allenamenti della selezione provinciale di Modena, anche se non ero stata convocata. Da lì sono passata al Sassuolo, poi a Monza e infine a Talmassons».

Cosa vi aspettate dal match casalingo di domenica contro Soverato?

«Siamo tranquille e stiamo lavorando bene. Soprattutto, non vediamo l’ora di tornare in campo». —



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