Obiettivo Olimpiadi per il friulano De Cecco: la Slovenia proverà a stare con i migliori
Il tecnico è il secondo allenatore della squadra bronzo agli Europei: «In stagione tornerò a Belluno, chiusa la mia esperienza in Russia»

MAJANO. Dopo il bronzo europeo, Matteo De Cecco sogna le Olimpiadi. Il tecnico di Majano è in Giappone, in attesa di iniziare il torneo di qualificazione olimpica con la nazionale maschile della Slovenia, di cui è secondo allenatore.
Il primo match è in programma il 30 settembre contro la Tunisia. La Slovenia è inserita nella pool B, insieme a Giappone, Usa, Serbia, Turchia, Egitto, Finlandia e appunto Tunisia. Il friulano, che ha un contratto con la federazione slovena fino al 2024, punta a una qualificazione storica, con una nazionale che ha vinto 4 medaglie europee negli ultimi 8 anni.
La sua stagione proseguirà poi a Belluno, in A3 maschile, dove sarà il secondo di Gian Luca Colussi. Matteo De Cecco resterà dunque in una società italiana, nonostante il corteggiamento della Dinamo Mosca, che durante l’estate aveva tentato di riportare il friulano nel massimo campionato russo.
Con che spirito affronta questa qualificazione olimpica?
«Il gruppo sta lavorando veramente bene e sta ottenendo risultati. Siamo gratificati dal bronzo europeo e in una buona condizione psicologica, anche se molto stanchi. Volley Nations Legaue, Europei e qualificazioni hanno richiesto 5 mesi di lavoro intenso: un periodo lungo e stancante, in una stagione certamente diversa dalle altre. È un periodo impegnativo, ma certamente lo è anche per le altre nazionali. Cercheremo di fare del nostro meglio».
Terminata la qualificazione, dove si sposterà?
«Torno a Belluno, dove vive attualmente la mia famiglia e dove i miei figli frequenteranno la scuola e l’asilo. In questa stagione allenerò a Belluno. Durante l’estate ho potuto anche stare coi miei figli e mia moglie, visto che il Veneto non è poi così distante da Lubiana».
I suoi rapporti con Mosca si sono interrotti definitivamente?
«In verità a inizio estate ci sono stati molti contatti. Mi hanno chiesto di tornare e non è stato facile dire di no. Le persone con cui avevo lavorato (e vinto campionato, Coppa di Russia, Supercoppa e Coppa Cev, ndr) sono molto preparate e con loro mi trovavo davvero bene, anche dal punto di vista umano. Mi ha fatto un enorme piacere essere ricontattato, ma la mia famiglia è in Italia e in questo momento non potevo pensare di stare un’intera stagione senza vederli. Ho grande stima delle persone che ho lasciato, ma, vista la situazione internazionale, ora non ci sarebbero i presupposti per lavorare serenamente».
La nazionale femminile italiana sta attraversando un periodo particolare. Lei cosa ne pensa?
«Onestamente sono riuscito a seguire le azzurre solo da lontano e non ho sufficienti elementi per esprimere un giudizio. Certamente è una nazionale molto strutturata, molto forte e con tante ambizioni. Non so dire se la colpa di questa situazione sia dovuta al tecnico, alla federazione, alle ragazze o a tutti. Certamente trovo imbarazzante che una squadra tanto forte si esprima così: è un po’ come arrivare ultimo in una gara di go-kart, gareggiando con una Ferrari».
E della nazionale maschile che idea ha?
«È una squadra giovane, super competitiva, solida in difesa e in ricezione e mi piace molto come gioca. Il gruppo è semplice, non ci sono gelosie tra i giocatori, è l’Italia più bella degli ultimi 20 anni. All’Europeo hanno perso la finale, ma la sconfitta fa parte dello sport. Lo trovo un argento bellissimo».
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