Nobile, saluto da signore: «Tifosi del Carnera sostenete sempre l’Apu»

Dopo 7 stagioni la guardia di Basiliano lascia Udine per Rieti. «Che vittorie con Trieste. Rimpianto? I match saltati per turnover»

Giuseppe Pisano

Sette anni con la divisa dell’Apu addosso, come una seconda pelle.

Per Vittorio Nobile è arrivato il momento dei saluti, le strade si separano e ad agosto volerà a Rieti per iniziare una nuova avventura con la Real Sebastiani.

Si chiude un’era, è il momento di ripercorrere questi sette anni insieme a “Vitto” da Basiliano.

Nobile, perché ha scelto Rieti?

«Ho scelto la Sebastiani Rieti in primis perché quando mi ha chiamato coach Rossi e mi ha spiegato la sua idea di gioco mi è piaciuta molto e mi ha accesso qualcosa dentro. Poi perché il quadro generale società, squadra e città è seria, competitiva e calda».

Come mai non ha accettato la proposta di rinnovo dell'Apu?

«Avrei vissuto un altro anno ai margini, quindi sentivo il bisogno di un cambiamento».

Ha ricevuto una marea di messaggi. Sensazioni?

«Sensazione fortissima. Mi aspettavo molti saluti, ma così tanti e così calorosi assolutamente no. Si capiva che erano scritti col cuore».

Cosa le resta di sette anni di Apu?

«Mi restano le mille battaglie sportive, i derby (specialmente la vittoria a Trieste), i raggiungimenti degli obiettivi quali promozione, coppa, finali raggiunte e la fatica del percorso».

Il ricordo più bello di queste sette stagioni?

«La promozione in A2, qualsiasi sia il livello del campionato è sempre difficile vincerlo».

Il più brutto?

«Dopo un anno praticamente perfetto, la finale persa contro Verona».

Ha avuto come tecnici Lardo, Ramagli, Boniciolli e Finetti. Un aggettivo per ognuno di loro?

«Lardo professionale, Ramagli competente, Boniciolli energico, Finetti lavoratore».

L’italiano più forte con cui ha giocato a Udine?

«Alessandro Cappelletti». E lo straniero più forte?

«Il più bravo Dominique Johnson, con lui siamo arrivati in finale seppur con una squadra non di primissimo livello. Il più dominante Brandon Walters».

Il suo è un addio o un arrivederci?

«Mi auguro un arrivederci».

Ha qualche rimpianto? «Qualche partita non giocata per turnover».

Ha un messaggio per i tifosi friulani?

«Sostenete la squadra e accompagnatela in questo lungo percorso perché quest’anno sarà ancora più difficile».

Sarà sicuramente strano vederla giocare senza il numero 22 in campo. In bocca al lupo Vittorio.

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