Naufragio Nibali il Giro ora è lontano

All’Alpe di Siusi affonda a 2’51” da Kruijswijk. Tappa al russo
Di Antonio Simeoli
Italian rider Vincenzo Nibali of Astan team after the finish line of fifteenth stage of the Giro d'Italia 2016, long individual time trial from Castelrotto to Alpe di Susi 10,8 km, Italy, 22 May 2016 ANSA/LUCA ZENNARO
Italian rider Vincenzo Nibali of Astan team after the finish line of fifteenth stage of the Giro d'Italia 2016, long individual time trial from Castelrotto to Alpe di Susi 10,8 km, Italy, 22 May 2016 ANSA/LUCA ZENNARO

INVIATO ALL’ALPE DI SIUSI. L’olandese volante ha calato l’asso. Steven Kruijswijk ha dominato tra i big la cronoscalata dell'Alpe di Siusi dando una mazzata tremenda a Vincenzo Nibali, che ora, se vorrà vincere il suo secondo Giro d'Italia, dovrà davvero inventarsi qualcosa nei prossimi giorni.

Non ne avrà molti a disposizione, al netto delle due tappe di pianura e della passerella di Torino, ci saranno solo tre giorni. Domani ad Andalo e soprattutto le ultime due tappe di montagna, venerdì con il Colle dell’Agnello e, neve permettendo Vars, Bonette e Sant’Anna di Vinadio sabato.

Ma il barometro in casa dello Squalo segna tempesta, altro che il meraviglioso sole che splendeva ieri sulle vette dolomitiche che rendono unica l’Alpe di Siusi.

Nibali è un pugile all’angolo, l’arbitro sta contando. Se vuole uscirne fuori, se vuole rialzarsi, deve sperare che la scoppola di ieri sia solo il frutto della fatica fatta sabato nel tappone per inseguire Chaves (Orica) e Krujswijk (Jumbo). E non, come la strada comincia ahinoi a dimostrare, il frutto di una condizione non perfetta.

Quanto è lontana la forma del campione d’Italia da quella messa in vetrina al Giro 2013 e al Tour 2014...

E quando le gambe “lampeggiano” spesso anche la fortuna ti volta le spalle. A due chilometri dall’arrivo il siciliano ha dovuto fermarsi per un salto di catena a cambiare la bici, perdendo almeno altri trenta secondi da un orange scatenato.

Alla fine del tappone dolomitico lo Squalo aveva 41’ di distacco dal capitano Jumbo, ieri ne ha persi 2’10”: un abisso. Meglio, è finito in uno dei canaloni dell’imponente Sciliar, la montagna che domina l’Alpe di Siusi, quella del logo dei wafer che bontà.

Un canalone profondo perché questo non è il ciclismo di Coppi e Bartali o di Gimondi e Merckx, dove i minuti si potevano recuperare a raffica. Negli ultimi anni le corse a tappe si vincono anche con secondi di vantaggio. E lui dovrà recuperare 2’51” alla maglia rosa.

Ora come ora Nibali rischia persino di perdere il podio, perché anche Chaves, protagonista di una crono discreta, ha fatto meglio di lui. Il capitano Orica ha 2’12” da Kruijswijk, e in montagna va forte. E attenzione a Valverde (Movistar). Si è ripreso alla grande dalla giornata storta nel tappone ed è rientrato in classifica. Ora è a 3’29”.

Nibali ha un appiglio, ha aggrappato una roccia. C’è solo un modo per risalire. Kruijswijk è praticamente senza squadra, il capitano Astana invece può contare su uno strepitoso Scarponi, quarto nella crono di ieri e, se avrà buoni ambasciatori, anche su alleati preziosi: Chaves (Orica), Valverde (Movistar), oltre a Zakarin (ieri bravissimo per metà gara e poi scioltosi) e Majka (Tinkoff). Tutti corridori che scatteranno, anche da lontano. La maglia rosa non potrà inseguire tutti, Nibali può solo sperare che si rosoli. Per ora però è il leader a cucinare gli altri. Ah, la crono l’ha vinta il russo Alexander Foliforov, classe 1992, che ha giustificato alla grande la criticata presenza della Gazprom, che ha recuperato decine di secondi nella sua parte di crono dalla maglia rosa. Che gli è finita dietro per undici centesimi, stesso tempo 29’09”. Altro che beffa. Aveva un sorrisone stampato sul volto l’olandese volante. Ha visto lo Sciliar, il Sassopiatto e il Sassolungo che al tramonto si sono dipinti di rosa per lui.

@simeoli1972

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto