Mondiali di ciclismo su pista, Viviani lancia il friulano Milan: «Può vincere l’individuale»
Il 16 ottobre iniziano i campionati iridati in Danimarca, il veterano azzurro sogna una maglia nella Madison e scommette sul “treno di Buja”: «Ha un grande obiettivo, può puntare al gradino più alto»

Dove eravamo rimasti? All’argento olimpico della coppia Elia Viviani-Simone Consonni nella Madison, centrato 24 ore dopo il trionfo nella stessa specialità di Vittoria Guazzini e della sorella di Simone, Chiara. L’Italbici scende di nuovo in pista da oggi, mercoledì 16 ottobre, a domenica 20 ottobre, in coda a una stagione infinita, ai Mondiali di ciclismo su pista di Ballerup, in Danimarca.
E l’ideale portabandiera si chiama Viviani, capace a Parigi di chiudere il “suo” cerchio olimpico, con la terza medaglia consecutiva dopo l’oro di Rio e il bronzo di Tokyo nell’omnium. Il campione veronese guida una Nazionale a trazione nordestina, forte del friulano Jonathan Milan, a caccia del titolo nell’inseguimento individuale (in assenza di Ganna; finale venerdì alle 20.38), e dell’esperto veneziano Francesco Lamon che piloterà, da stamane con le qualifiche (finale domani alle 19.27), un quartetto giovanissimo con l’altro friulano Manlio Moro, il vicentino Renato Favero e il padovano Davide Boscaro (o Niccolò Galli).
Viviani, in chiave azzurra si parte subito con le qualifiche di un quartetto ringiovanito in ottica Los Angeles ’28: possibilità?
«La Danimarca, padrona di casa, sarà favorita. Il gruppo è giovane, ma possiamo giocarcela per il bronzo».
I suoi obiettivi?
«Correrò scratch (domani, ndr), eliminazione e americana con Consonni. L’obiettivo è la maglia iridata, è talmente bella che ti viene sempre voglia di puntare in alto. Sono tre buone possibilità, l’eliminazione è la mia gara e l’ho già vinta due volte. Dovessi scegliere, la più prestigiosa è la Madison: l’oro mondiale dopo l’argento olimpico sarebbe il massimo. C’è voglia di rifarsi e vincere. L’omnium? Per una volta sono felice di lasciarlo a Consonni».
Niente quartetto per Milan, che concentrerà gli sforzi sull’inseguimento individuale: cosa si aspetta?
«Ha un grande obiettivo, può puntare al gradino più alto».
L’Europeo in linea gli è andato invece di traverso: prospettive di Milan per la strada?
«La sconfitta all’Europeo non toglie nulla al suo valore. Il prossimo step è programmare bene il Tour, per confrontarsi in volata con i migliori al mondo. Passo dopo passo, potrà crescere e dire la sua anche nelle classiche come Sanremo e Gand».
Il suo argento a Parigi?
«Due mesi dopo è un argento che vale oro. Certo, brucia perdere, ma è una medaglia vinta e non persa. La caduta di Consonni? Resta un mistero: lui scende un po’ lento, io salgo, ci siamo toccati. Manubrio contro manubrio o pedale contro pedale. Colpa della stanchezza».
Il futuro?
«Voglio tornare al Giro e a vincere su strada. Prima però le vacanze ai Caraibi con mia moglie Elena (Cecchini, ndr)».
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