Ma per il futuro deve difendersi da Colantuono

UDINE. Chi siederà sulla panchina dell’Udinese nella stagione 2015-2016? In questo momento, a patto che Andrea Stramaccioni riprenda a fare qualche risultato portando la barca bianconera in acque sicure, il candidato numero uno è Stefano Colantuono. Sì, proprio lui, l’allenatore che nella notte tra martedì e mercoledì si è sentito dare il benservito dall’Atalanta che l’ha sostituito con Edy Reja.
Laziale, classe ’62, ha allenato solamente sei squadre nella sua carriera: Sambenedettese, Perugia, Catania, Palermo, Torino e Atalanta in due momenti distinti. Non sembra avere il profilo del tecnico da Udinese (qui si preferisce puntare sui giovani o sugli esperti, raramente c’è stata una via di mezzo) che invece aveva e continua ad avere Stramaccioni “tradito” nelle ultime settimane dai risultati quando, un po’ tutti, ci si aspettava che la sua Udinese da qui in avanti potesse solo migliorare. I margini per una inversione di tendenza ci sono ancora anche perchè Gino Pozzo, l’uomo che ha puntato su Strama, è ancora convinto della sua scelta. In società c’è chi è rimasto un po’ deluso per certe scelte e per come Strama imposti la squadra sempre sulle caratteristiche dell’avversario e anche per il contributo portato da Stankovic.
Ma il calcio è un modo strano, particolare e quello che oggi è bianco, domani può diventare nero e viceversa. Pozzo jr da Londra, dove ha il suo quartier generale, osserva e aspetta. Allergico alle interviste, il figlio del patron, a meno di cataclismi, vuole portare a termine la stagione con Strama (che con l’Udinese ha un’opzione anche per la stagione 2015-2016) e poi fare il punto della situazione.
La scelta dell’allenatore, comunque spetterà a lui. Colantuono è una sua idea che, a questo punto è bene precisarlo, non è legata a un ritorno in Friuli di Pierpaolo Marino. L’attuale dg dell’Atalanta è stato uno dei promotori dell’esonero del tecnico laziale, non è quindi lui uno sponsor di Colantuono verso la piazza udinese. Il resto sono voci e indiscrezioni. Fra tre giorni la parola tornerà al campo e forse alle 17 di domenica sull’argomento le idee saranno un po’ più chiare.
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