L’Udinese umilia la Juve 3-0. In gol Sanchez, Pepe e Di Natale



UDINESE - JUVENTUS 3-0

UDINESE
(4-3-3) Handanovic, Ferronetti (34’ st Badu), Zapata, Lukovic, Pasquale, Isla, Inler (3’ st Sammarco), Asamoah, Pepe, Sanchez, Di Natale (37’ Floro Flores). (Belardi, Cuadrado, Siqueira, Corradi). All. Marino.


JUVENTUS
(4-4-2) Manninger, Zebina, Legrottaglie, Cannavaro, De Ceglie, Camoranesi (2’ st Giovinco), Felipe Melo (43’ st Candreva), Sissoko, Marchisio, Amauri, Del Piero (16’ st Iaquinta). (Pinsoglio, Grygera, Grosso, Trezeguet). All. Zaccheroni.


ARBITRO
Rocchi di Firenze.


MARCATORI
All’8’ Sanchez; nella ripresa, al 20’ Pepe, al 31’ Di Natale.


NOTE
Ammoniti: Sanchez per gioco non regolamentare; Felipe Melo, Del Piero, Ferronetti, Pasquale e Lukovic per gioco falloso. Angoli: 5-4 per l’Udinese. Recupero: 3’ e 6’. Spettatori: 17.000.


UDINE.
È un colpo, quello della Banda Bassotti: Sanchez, Di Natale, Pepe. Un colpo che vale mezza salvezza. In attesa del primo acuto in trasferta, l’Udinese continua a macinare punti al Friuli e stavolta mette a segno una piccola-grande impresa. Piccola perchè la Juventus di adesso è come Cartagine dopo il passaggio delle legioni romane, ci sono le rovine dove una volta (con Ranieri) c’era una squadra da Champions. Grande perchè la pressione prima del calcio d’inizio era enorme, con l’Atalanta vittoriosa sul Siena e il Palermo – quarto – schiantato dal Catania nel derby siciliano e quindi a rischio di aggancio, in caso di successo juventino.


Insomma, un segnale forte da parte della squadra di Marino che ha dimostrato di essere viva, particolare fondamentale nella volatona per la salvezza che, da ieri sera, ha abbracciato anche il Bologna, agganciato proprio dall’Udinese a quota 35 (superata invece la Lazio) e ormai in rottura prolungata, si direbbe in linguaggio ippico. Lo stesso sport al quale i tifosi della Juve vorrebbero si dedicassero pure i propri dirigenti, come si è udito anche ieri sotto la volta dello stadio dei Rizzi, abbandonato prematuramente dopo il 3-0, mentre i colleghi friulani se la ridevano – per una volta in questa stagione – tra gli “olè” della Curva Nord.


Il colpo della Banda Bassotti si è concretizzato nel giro di pochi minuti, nove per la precisione. Nove per vedere l’Udinese già in vantaggio con il meglio dei propri armamenti in esposizione: stop di destro e tiro di sinistro di Totò, nel giro di appena un metro, un capolavoro balistico che ha trovato – a Manninger battuto – il palo a dire di no al capocanonniere della seria A, palo che ha regalato a Sanchez un rimbalzo favorevole e una marcatura (di De Ceglie) troppo morbida per impedire il vantaggio dell’Udinese.


Su questa azione la squadra di Marino ha costruito le proprie fortune, amministrando il pallone quando era possibile farlo e chiudendo tutti i varchi allo spento attacco dei bianconeri di Torino, incapaci di imbastire una reazione vera e propria, degna di una realtà, una grande realtà che dovrebbe lottare per l’Europa che conta, là dove ora stanno, meritatamente, Palermo e Samp.


L’Udinese, invece, ha dimostrato di avere armi adeguate per centrare l’obiettivo salvezza, visto che ha prima rimediato all’infortunio di Inler (una contusione alla caviglia destra dopo un contrasto con Sissoko, al suo posto Sammarco) e poi chiuso il conto con un paio di ripartenze brucianti, finalizzate da Pepe e Di Natale, ora a quota 22, quanto a bottino personale.


Con la trasferta di Livorno all’orizzonte in attesa del doppio impegno casalingo contro Bologna e Siena, la Pasqua in casa bianconera (a Udine) sarà serena. A Torino no: là potrebbero arrivare anche le dimissioni di Alberto Zaccheroni.

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